A me non fa paura lui.
Non mi fa paura il sindaco di Predappio, che nega un contributo comunale di 370 euro al Treno della Memoria che porta ogni anno in treno ragazzi italiani in un viaggio studio ad Auschwitz, sostenendo che sia “un treno di parte”.
Né mi fanno paura gli haters, persone deboli, frustrate, vittime di una manipolazione comunicativa che ne sfrutta le debolezze e le carenze, e che tra una foto della Madonna e una del cane, fra un amen e un buongiornissimo, augurano morte, stupri e forni a chiunque venga detto loro di odiare.
A me fate paura voi.
A me fate paura voi genitori, nonni, insegnanti, figli, cittadini silenziosi, che pur avendo una vostra capacità di pensiero e di comprensione, che pur non essendo mai stati razzisti, fascisti, nazisti, pur non avendo mai odiato nessuno per la sua razza o religione o colore, pur avendo provato in passato commozione e rabbia davanti alle immagini in bianco e nero dell’Olocausto, ora ogni mattina vi alziate, vestiate voi e i vostri bambini, vi guardiate allo specchio, accendiate la tv, scrolliate lo smartphone e alziate silenziosamente nelle vostre teste l’asticella della tollerabilità ancora un po’ più sù.
Una tacca la volta. Lentamente.
Un giorno dopo l’altro. Partendo sempre dalla tacca che avete “accettato” il giorno prima.
E alzando le spalle davanti al nuovo “episodio isolato”, alla nuova “ragazzata”, alla nuova “gloiardata”, alla nuova “aggressione verbale che sì però, è solo manifestazione del libero pensiero”.
Mi fate paura voi che non eravate così, che non lo siete mai stati, che avete gli strumenti intellettuali per capire cosa stia accadendo, che un tempo avreste avuto un sussulto di rabbia e indignazione, ma che oggi accettate tutto in silenzio. Magari votando e sostenendo (“perché gli altri mi hanno deluso”) le stesse forze politiche sostenute da quegli haters, da quei razzisti, da quella gente malata che augura annegamenti e forni crematori.
Senza chiedervi se in quel consenso quelli fuori posto (ma sempre benvenuti), siano loro, o siate voi.
E mi fa paura il modo in cui accettiate le motivazioni con cui vi indorano le pillole, con cui vi fanno accettare robe che un tempo avreste considerato inaccettabili. Come sentirvi dire che di razzismo non possiamo occuparci perché ci sono gli operai dell’Ilva. Che le persone non si possono salvare perché ci sono i terremotati. Che le minacce alla Segre “le ricevo pure io”. Senza vomitare.
Mi fa paura che davanti a un sindaco che definisce il “Treno della Memoria” di parte, perché mostra gli orrori del Nazismo e non quelli del Comunismo, voi non vi sentiate pervasi da un senso di disgusto per aver anche solo pensato di sostenere certe parti politiche.
Come se un genocidio, come se i campi di sterminio di milioni di esseri umani non siano semplicemente dei crimini immani, ma delle legittime posizioni politiche da trattare con i criteri democratici della Par-condicio. Come se l’opposto del Nazismo sia il Comunismo, e non la Democrazia.
Come se da domani non potessimo più celebrare i morti di Cosa Nostra perché altrimenti saremmo camorristi, o le stragi del terrorismo nero perché altrimenti saremmo brigatisti.
Voi che accettate quelle idiozie, voi che fingete di non aver capito che il Treno della Memoria, OGGI, per certe parti politiche è un problema proprio perché risveglia la memoria, proprio perché fa toccare con mano gli abissi verso cui ieri l’odio ha portato, e oggi può portare ancora; voi, che in silenzio accettate e tollerate, voi siete quelli che oggi fanno più paura, perché siete quelli che potrebbero fermare la spirale in cui stiamo precipitando.
E che avete compreso. Ma fingete di non vedere.