A Reggio Emilia arrivano i primi croissant fatti con farina di grillo

farina di grillo

Dopo i 4 provvedimenti firmati dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, si attende la commercializzazione di alimenti contenenti 4 farine di insetti: farina di grillo, farina Alphitobius diaperinus (larve), farina di Tenebrio molitor (tarme) e farina di Locusta migratoria




Farina di grillo: un’alternativa sostenibile?

L’aggiunta di insetti al cibo consumato quotidianamente è un argomento discusso in Europa da decine di anni. Solo negli ultimi anni tuttavia, è stato fatto qualche progresso concreto.

I classici allevamenti (in particolare quelli di bovini) immettono nell’atmosfera enormi quantità di gas serra, i principali responsabili del surriscaldamento globale. Gli allevamenti di insetti rappresenterebbero dunque un’alternativa maggiormente sostenibile per ottenere alimenti proteici e a basso impatto ambientale. Tuttavia, essendo prodotti non ancora diffusi su larga scala, è impossibile calcolarne con precisione il reale livello di inquinamento.

Cricket One, azienda vietnamita specializzata nella produzione di farina di grillo, aveva chiesto l’autorizzazione ad immettere il proprio prodotto all’interno del mercato Ue già nel 2019. Nel 2020, la Commissione europea aveva incaricato l’EFSA di fare tutte le valutazioni del caso, un procedimento molto lungo e articolato, conclusosi con un esito positivo nella primavera del 2022. Il 24 gennaio 2023 infine, la Commissione europea ha dato l’autorizzazione a Cricket One di vendere la polvere di grillo,  a condizione che la presenza dell’alimento fosse chiaramente indicata sul packaging, come normalmente avviene per allergeni come soia e frutta secca.

Nonostante l’esito positivo, in Italia nessun grande produttore  ha affermato al momento di voler introdurre la polvere di grillo vietnamita,  una scelta causata forse dalla confusione che è venuta crearsi intorno all’argomento e dai vari allarmismi degli ultimi mesi.

I croissant reggiani

“Credo che siamo i primi al mondo a vendere brioche e biscotti con questa farina.

La novità è stata presa con moltissima curiosità, a molti clienti piace, altri preferiscono quelle classiche. Come sapore ricorda quello delle brioche integrali. La nota caratteristica è che possiede un alto valore proteico”.

Sono queste le parole di Mario Taddio, titolare del bar Palapa di via Tenni, a Reggio Emilia, che da circa una settimana ha aggiunto al suo menù croissant fatti con farina di grillo.

Le brioche vengono vendute al prezzo di 2 euro l’una, 50 centesimi in più rispetto a quelle classiche, anche a causa del costo della farina, che arriva fino a 13,50 euro all’etto.

Nonostante le barriere ideologiche e psicologiche, pare dunque che questo mercato sia in crescita e si stima che nel 2030 i consumatori di questi nuovi alimenti ammonteranno a circa 390 milioni.

Leonardo Pezzato, amministratore delegato della start-up Fucibo (la prima azienda italiana ad essere arrivata con prodotti a base di insetti sulla grande distribuzione), ha confermato un interesse sempre crescente da parte della popolazione, dichiarando all’ANSA che:

“Le farine di insetti rappresentano un business sempre più in ascesa, negli ultimi tre mesi, quindi da inizio anno, le nostre vendite online sono triplicate.  Alla metà del decennio scorso di questo argomento non si parlava nemmeno, con il passare degli anni la diffidenza si è trasformata in curiosità e interesse. Dalla seconda metà dello scorso anno il consumo a livello alimentare di farine di insetti è diventato argomento di accese discussioni, che hanno contribuito a farci conoscere e soprattutto spiegare nei dettagli tale offerta alimentare”.

Margherita Buzzoni

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