Il primo museo del poster con settemila opere per celebrare l’arte e il design dei manifesti
Un museo del poster per dare a questa forma espressiva “pop” lo stesso valore di un’opera d’arte. Quando comparvero per la prima volta a Parigi nel 1860 erano poster che univano arte e marketing, pubblicizzando sigarette o biscotti al burro.
Fu la prima vera forma d’arte di strada, come quadri si scorgevano dai muri di sfuggita, mentre si attraversava velocemente la città. Ora un museo permette di raccoglierli tutti, dando il giusto merito alla bellezza del design e del tratto grafico, approfondendo anche il loro contesto storico e culturale. In mostra settemila cartelloni e manifesti di tutto il mondo, di tutti i periodi storici.
La casa del Poster, Poster House, aprirà il prossimo 20 giugno nel quartiere di Chelsea, nel cuore di New York. Sulla West 23rd Street a Manhattan, tra un negozio di barbiere e la Chiesa di Saint Vincent de Paul, il museo del poster occupa 1.400 metri quadrati, dislocati su due piani. Al primo piano, mostre, un caffè, un’area per bambini, un laboratorio educativo, un giftshop e uffici. Al piano terra, uno spazio espositivo di oltre 200 metri quadrati suddiviso in diverse aree attraverso una parete pivotante di 2 metri che modula lo spazio a seconda delle esigenze.
L’idea di un museo del poster è nata nel 2015 dall’artista Val Crosswhite, ora presidente del Cda, e già nel 2016 un piccolo gruppo di sostenitori ha iniziato a mettersi al lavoro.
Così commenta l’iniziativa la direttrice Julia Knight:
“Ha avuto particolare senso il lancio a New York, la mecca del design e della pubblicità. Mentre ci sono altri musei di poster in tutto il mondo focalizzati sul loro patrimonio nazionale o su uno stile particolare, Poster House mostra poster di tutto il mondo, dalla fine del 1800 ai giorni nostri. Per la prima volta i poster non sono un accessorio bensì il punto focale”.
Con il museo si riconsegna il poster alla sua natura originaria, essere ammirato in mezzo alla gente per il suo carattere artistico. Dice infatti la direttrice:
“Potremo celebrare i poster come opere di eccezionale arte e design e mantenere il senso del loro naturale contesto pubblico”.
Oltre alla collezione permanente, il museo del poster ospiterà anche delle mostre. In occasione dell’inaugurazione il 20 giugno, verranno presentate due mostre ufficiali: la prima, Alphonse Mucha: Art Nouveau / Nouvelle Femme, dedicata a uno degli artisti più celebri dell’Art Nouveau Alphonse Mucha. La mostra presenta circa ottanta lavori del graphic designer nato in Boemia (oggi Repubblica Ceca), realizzati per l’attrice Sarah Bernhardt: il primo poster di Mucha a lei dedicato lanciò la sua fama di attrice e contribuì a trasformare il poster in una forma d’arte. Mucha da quel momento utilizzò l’immagine della donna seducente per pubblicizzare ogni genere di prodotto, dalle bevande alcoliche alle biciclette. La seconda mostra, Designing Through the Wall: Cyan in the 1990s, è dedicata alla storia di Cyan, la prima agenzia di grafica pubblicitaria fondata a Berlino dopo la caduta del Muro.
Le mostre rimarranno aperte fino al 6 ottobre 2019.
New York non è nuova alla presenza di musei tematici alternativi, esiste Spyscape, il museo dedicato all’arte dello spionaggio, il Museum of Selfie, l’Ice Cream Museum, il MoPi – Museum of Pizza e il Color Factory.
Marta Fresolone