Ha suscitato non poche polemiche la scelta del pastore protestante Emanuel Cleaver, deputato Dem eletto alla camera dei Rappresentati per lo stato del Missouri, di terminare la preghiera recitata in apertura del 117 Congresso, accompagnando al religioso “amen” un “awoman” in onore della parità di genere.
Il termine amen però deriva dall’ebraico e può essere tranquillamente tradotto come “certamente”, “in verità”, “così sia”, quindi, sarebbe del tutto impossibile attribuire il genere a questa parola.
In questi giorni il politicamente corretto sta mietendo numerose vittime, basti pensare alle recenti critiche al film Grease che, trasmesso dalla BBC la sera di Santo Stefano, è stato accusato di sessismo, misoginia, omofobia, razzismo e incitamento allo stupro. Twitter si è infatti riempito di accuse contro uno dei versi della famosissima Summer Nights nella quale Danny (John Travolta) descrive come ha sedotto Sandy (Olivia Newton-John) e il coro risponde “Tell me more, tell me more, did she put up a fight?” (letteralmente: “Dimmi di più, dimmi di più, lei ha lottato?”) descrivendolo come un chiaro incitamento alla violenza. Ma non sono state apprezzate neanche la scena in cui Putzie si sdraia sul pavimento per spiare sotto la gonna di due ragazze, quella in cui l’annunciatore radiofonico Vince Fontaine dice ai ballerini di evitare di formare coppie dello stesso sesso e la mancanza di attori di colore. Contestazioni che mancano però di senso critico e capacità di contestualizzazione dato che questo film è ambientato negli anni 50 come aveva già precisato lo scorso ottobre Olivia Newton-John in un’intervista per il Guardian, dove risponde alle possibili critiche sulla scena finale dove Sandy cambia per conquistare Danny: “È una storia degli anni 50, quando le cose erano diverse. Tutti dimenticano che, alla fine, anche lui cambia per lei. Non ha nulla a che vedere con #MeToo -movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne-. -Sandy- è semplicemente una ragazza a cui piace un ragazzo e pensa che, cambiando un po’, riuscirà ad essere ricambiata e viceversa. È una storia d’amore divertente ma anche realistica, le persone cambiano qualcosa per piacere a qualcun altro anche nella vita vera”.
Qualche giorno fa il politicamente corretto si era scontrato persino contro Omero e la sua Odissea, infatti nella Lawrence High School nel Massachusettes, Stati Uniti, un’insegnante ha deciso di eliminare del curriculum l’Odissea perché razzista, misogina e non al passo con i tempi. Questo episodio si collega al movimento #DisruptTexts che sta prendendo sempre più piede sul web. È un movimento creato “dagli insegnanti per gli insegnanti” come si può leggere sul loro sito ufficiale e il loro scopo è quello di avere professori impegnati nella lotta al razzismo e alle discriminazioni. I componenti di questo gruppo si definiscono contro la censura ma in realtà è esattamente quello che fanno eliminando dal programma di studio testi come l’Odissea.
Ma non abbiamo bisogno di andare lontano per affrontare la questione del politicamente corretto, basti pensare a ciò che è successo alla statua di Indro Montanelli a Milano qualche mese fa, vandalizzata con la scritta “razzista e stupratore” sulla base e ricoperta di vernice rossa. La censura che tanto si rinnega era stata utilizzata anche in questa vicenda dai “Sentinelli” che, nonostante agissero spinti dallo sdegno, che penso tutti abbiano provato leggendo Montanelli vantarsi di aver sposato una bambina africana, avendo ricevuto una risposta negativa dal sindaco di Milano dopo aver chiesto la rimozione della statua, hanno deciso di agire comunque. Motivazioni più che giuste a parere mio che però sono sfociate in gesti del tutto condannabili.
Questa volta è toccato ad un termine che paradossalmente, non avendo appunto un genere, rappresentava al meglio questa neutralità che viene tanto desiderata. Emanuel Cleaver ha poi spiegato all’Associated Press che il suo intento era semplicemente quello di celebrare una Camera con un rappresentanza femminile molto alta.
“Sono profondamente deluso che la mia preghiera sia stata fraintesa e travisata da qualcuno perché potesse essere utilizzata per alimentare risentimento e divisione tra le parti della nostra popolazione” ha infine affermato Cleaver.
La mia paura più grande è che, con il politicamente corretto, si stia passando da un eccesso all’altro: dove prima veniva lasciato intatto qualsiasi esempio di sessismo senza che nessuno ne commentasse la gravità, adesso si sta facendo una nuova caccia alle streghe, dove tutti ricercano una qualsiasi dimostrazione di discriminazione, anche – se non soprattutto – in quei casi in cui risulta del tutto inutile. Uno degli aspetti più gravi di tutta questa visione così estremista è proprio quello della censura che ormai, come abbiamo visto, sta colpendo film, libri, monumenti e opere d’arte che potrebbero essere utilizzati per far riflettere le nuove generazioni su ciò che prima veniva considerato normale ma che oggi, fortunatamente, viene condannato perché esempio di violenza e discriminazione invece che essere eliminato del tutto dalla memoria collettiva. La spasmodica ricerca di una parità linguistica sta invece indistintamente attaccando innumerevoli termini, creando situazioni bizzarre che in un primo momento possono anche suscitare una risata ma che con il tempo, sommandosi, risultano del tutto controproducenti alla causa.