Per il sindaco di Liverpool Salvini è un fascista, così il leader della Lega decide di scartare la città operaia inglese dal suo tour britannico.
Staff della Lega. “La Bestia”, in questi ultimi tempi, è un po’ in difficoltà. E così a qualcuno è venuta un’idea geniale per riaccendere i motori: esportare i tour di Salvini da “travel blogger” anche all’estero.
Una trovata eccezionale, devono aver pensato. E dunque nasce l’idea di spedire Salvini in Regno Unito a fare qualche show. A Londra, certo. Ma serve anche qualcosa di più piccante: spediamolo a Liverpool. Città operaia, città rossa. Città di sinistra. Si idea eccezionale. Sai che show viene?
Si inizia allora a preparare tutto. Partono gli annunci, pubblicati anche dalle pagine Facebook. Lo staff già si immagina la mole di selfie e video da fare. Il volume di storie Instagram da dover pubblicare. Già si frega le mani. Quando accade qualcosa. Accade che a Liverpool si venga a sapere della bella trovata leghista. E quando ciò avviene, mezza città si mobilità. Sindacati, ex parlamentari, semplici cittadini. Monta la protesta, che la Lega, all’inizio, riesce bene a nascondere. Fino a quando a parlare non è lo stesso sindaco di Liverpool. Che non la manda a dire:
“L’unico pubblico che Salvini troverà qui è uno che non sarà timido nel dirgli cosa pensano di fascisti come lui”.
Il gelo. Mani nei capelli. Ci pensano un po’. Poi arriva la risposta: “La mia presenza a Liverpool non è mai stata programmata”, dice il segretario leghista. Abbiamo scherzato. Era una finta. Mica ci avrete creduto?
E così, da ieri, “l’uomo forte”, “il capitano” ha guadagnato un’altra caratteristica: quella di saper magistralmente fuggire non più solo dalle piazze nazionali.
Ma ora addirittura anche da quelle internazionali.
Leonardo Cecchi