È successo questa mattina alle 7:30 ora locale. L’auto dell’ambasciata italiana si dirigeva verso la sede diplomatica quando è saltata in aria. A bordo viaggiavano due dipendenti di origini afgane. La deflagrazione ha coinvolto anche un’auto del ministero dell’Economia. Entrambe le vetture sono state completamente distrutte. L’esplosione non ha causato morti, mentre viene segnalato un ferito: si tratta di uno dei due passeggeri del suv dell’ambasciata. Nessun italiano è rimasto coinvolto nell’attentato.
È quanto riportato dall’agenzia TOLO News, che cita fonti della sicurezza. Né i Talebani, né l’ISIS, né altri gruppi estremisti e antigovernativi hanno rivendicato l’attacco.
Ma intanto la paura scava con le sue radici sempre più in profondità, e il popolo afgano è in preda al terrore. Il ritiro delle truppe statunitensi a metà gennaio, come parte degli accordi con i Talebani per portarli ai negoziati di pace, non fa che accrescere l’insicurezza.
Kabul sotto attacco: l’attentato all’auto dell’ambasciata italiana è solo l’ultimo in ordine di tempo
Attacchi, minacce, uccisioni ai danni della popolazione civile, di attivisti e giornalisti, di funzionari governativi scuotono quasi quotidianamente il paese, e in particolare la capitale. Il popolo trema, vittima dell’attanagliante incertezza del non sapere se, uscendo di casa la mattina, vi si farà mai ritorno.
Secondo TOLO News, negli ultimi 100 giorni, nella sola Kabul, si sono registrati oltre 177 attentati, inclusi attacchi suicidi e esplosioni. I numeri parlano di 177 morti e 360 feriti.
Ieri, domenica 24 gennaio, Abdullah Dawrari, capo del dipartimento di risoluzione delle controversie della Banca Centrale, e il suo autista sono stati feriti da un’esplosione. Nell’incidente, avvenuto alle 8:10 ora locale nel distretto di Shah Shaheed, ha perso la vita una guardia del corpo.
Il 17 gennaio 2 donne, giudici della Corte Suprema, sono state uccise a colpi di arma da fuoco da due sicari in moto. In quell’occasione il presidente, Ashraf Ghani, aveva duramente condannato l’attacco, dichiarando che “gli attentati ai danni di persone indifese vanno contro l’insegnamento islamico” e che “il terrore, i crimini e la violenza non sono la risposta ai problemi” del paese.
Camilla Aldini