Nonostante la fine di quasi tutte le restrizioni in Italia, i migranti continuano a essere trattenuti sulle navi quarantena. Per questo motivo, infatti, la Croce Rossa Italiana e altre associazioni, che si occupano di diritti umani, chiedono al governo di porre fine a questo sistema di isolamento.
Innanzitutto facciamo chiarezza. Partiamo dall’inizio, specificando cosa intendiamo col termine “navi quarantena”. Si tratta di vere e proprie navi, utilizzate per farvi sostare i migranti nel periodo di quarantena che precede lo sbarco sulla terraferma. Le navi quarantena sono state istituite due anni fa, a inizio pandemia, e sono state messe in attività con il decreto n 1287 del 12 aprile 2020 della Protezione Civile. Con tale decreto veniva affidato al Dipartimento delle Libertà Civili e dell’Immigrazione del Ministero dell’Interno, il ruolo di soggetto attuatore per quanto riguarda la gestione delle procedure di isolamento fiduciario e della quarantena dei cittadini stranieri soccorsi via mare. Secondo tale decreto, inoltre, il Ministero dell’Interno poteva anche avvalersi dell’aiuto della Croce Rossa Italiana per gestire tale situazione di emergenza.
La procedura prevedeva l’arrivo dei migranti a Lampedusa e il trasferimento degli stessi all’interno degli hotspot. Qui i sanitari eseguivano le prime procedure di identificazione e il primo screening sanitario. Successivamente li accompagnavano sulle suddette navi quarantena. Questa procedura straordinaria, introdotta per limitare il diffondersi della pandemia, sta diventando, invece, una procedura ordinaria.
Adesso le restrizioni per la pandemia sono molto meno rigide. Per questo motivo le varie associazioni che si occupano di diritti umani stanno chiedendo al governo di rivedere anche le linee guida per l’arrivo dei migranti.
Le associazioni denunciano la violazione dei diritti umani, spiegando che i migranti vengono trattenuti sulle navi in condizioni igienico – sanitarie piuttosto precarie. Le associazioni chiedono, adesso, misure che possano garantire sicurezza e condizioni sanitarie migliori. I migranti sono trattenuti sulle navi per periodi piuttosto lunghi e in maniera del tutto immotivata. Spesso a bordo sono presenti minori non accompagnati, anziani e persone in condizioni fisiche non ottimali.
La misura delle navi quarantena appare ancor più discriminatoria se considerata alla luce della recente ordinanza del Ministero della Salute del 22 febbraio 2022. L’ordinanza prevede l’ingresso sul territorio nazionale di persone provenienti dall’estero senza alcuna necessità di effettuare periodo di isolamento. Soltanto in assenza di specifica documentazione sarà, invece, previsto un periodo di cinque giorni di quarantena. A questo punto è evidente che il trattamento di coloro che arrivano per mare differisce da quello di coloro che arrivano in altro modo sul territorio nazionale.
La tutela del diritto alla salute, individuale e collettiva, deve essere garantita. Per far ciò il governo può adottare misure che garantiscano ai migranti la possibilità di trovare immediata accoglienza e un’assistenza sanitaria efficace.