Migranti a Catania: liberi dopo la “selezione” del “carico residuale”

Migranti a Catania

Migranti a Catania: ancora i porti italiani spengono le speranza dei migranti, chiudono le porte con cancelli di razzismo e meschinità, non curandosi delle vite umane in cerca di aiuto. Il neo ministro dell’interno si riferisce ai 248 migranti rimasti sulle navi, dopo lo “sbarco selettivo”, con il termine “carico residuale”.

Migranti a Catania: i fatti

Ad ormeggiare per la prima è la nave Humanity 1, sabato notte, seguita, domenica, dalla Geo Barents. In totale queste navi hanno salvato dal mare 537 vite, ma non a tutte è stato inizialmente concesso di sbarcare. I ministri Salvini, Piantedosi e Crosetto hanno firmato una lettera che impediva alle navi di permanere nelle acque italiane oltre al tempo necessario per soccorrere le persone in condizioni di salute precarie.

Migranti a Catania: macchiata la memoria

È stato dunque richiesto ai medici di valutare la condizione di salute di ogni singola persona migrante. Lo status di buona salute era motivo discriminante per non permettere lo sbarco. Chi è in buona salute, può tornare indietro, può tornare nei “centri di accoglienza” in Libia, a sopravvivere alle violenze.

“Davanti ad una umanità incapace di crescere e di rinnovarsi, si profila la drammatica prospettiva in quella che Vico chiama la barbarie seconda”

In questo cerchio che è la storia, questa vicenda dovrebbe scuotere noi tutti, dovrebbe ricordarci di un momento storico, la cui memoria a mano a mano sbiadisce. Un momento storico in cui essere in buona salute significava poter “lavorare” come schiavi, non esserlo significava morte immediata. Un momento storico in cui la locuzione “carico residuale” avrebbe centrato lo stesso significato che ha avuto per i migranti in buona salute, che sarebbero dovuti rimanere sulle navi.

Dopo le sollecitazioni a livello europeo, tutti i migranti rimasti sulle due navi, sono sbarcati. Ma questo non cancelli dalle nostre memorie l’ingiustizia che hanno vissuto. Così come la vergogna che i medici a bordo delle navi hanno affermato di aver provato, per essere andati contro la loro missione di vita, di salvaguardare la salute degli esseri umani.

Rescali S. Priscilla Eva

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