È stata inaugurata a Torino la “Nuvola Lavazza”, nuova sede della storica azienda italiana del caffè. Ma nei 30 mila metri quadrati non ci sono soltanto gli uffici all’avanguardia in cui si sono trasferiti più di 600 dipendenti e collaboratori, bensì anche numerosi spazi aperti a tutti i cittadini, come l’ex centrale elettrica dell’Enel, la quale, completamente ristrutturata, ospita ora il Bistrot, un ristorante realizzato in collaborazione con Slow food, che oltre ad essere una mensa aziendale, è appunto accessibile a tutti.
Inoltre, per i più curiosi, vi è il museo, che a partire dalla prima cambiale di 50 lire del 1895 e la vecchia drogheria di via San Tommaso 10, ripercorre tutta la storia di Luigi Lavazza, oltre che a dare la possibilità di scoprire l’intero universo del caffè e i segreti del successo dell’azienda. Si tratta dunque di un quadrilatero polifunzionale, che aprirà ufficialmente al pubblico nel mese di giugno.
Il progetto, disegnato dall’architetto Cino Zucchi, ha recuperato e valorizzato in modo sensazionale il “quartiere Aurora”, trasformando un’area prima occupata da rumorosi macchinari in un edificio fertile per la circolazione di idee e innovazione.
L’edificio richiama l’idea di una nuvola ed architettonicamente attira parecchio: all’interno dell’atrio, molto ampio e vetrato, non si può non notare la bianca e flessuosa scala principale, la quale si sviluppa fluidamente lungo la parete, fino al terzo piano, dove poi si apre in una grande terrazza con giardino pensile. Il piano terra include tutte le funzioni che hanno rapporto con il pubblico, come la reception, l’area break, le sale meeting, che potranno ospitare congressi e appuntamenti culturali, lo store, e scendendo, nei due piani interrati ovviamente non mancano i parcheggi aziendali.
Il tutto, compreso l’arredamento interno, è pienamente sostenibile e mira a garantire il benessere dei dipendenti e a ridurre i consumi energetici.
Fondamentale nella realizzazione del progetto, è stato il rapporto umano. Infatti, in tutte le fasi di lavoro sono stati coinvolti i cittadini e gli abitanti del quartiere, organizzando incontri pubblici ed utilizzando addirittura la recinzione del cantiere come spazio di comunicazione: un dialogo ed un rapporto pacifico con gli abitanti che ci si augura non finirà con l’inaugurazione.
Roberta Rosaci