Ieri sera è stata rinvenuta un’incisione nazista a Montecitorio, sullo stipite di una porta dei bagni del palazzo in cui ha sede la Camera dei deputati.
Incisione nazista a Montecitorio: una trovata di pessimo gusto
La scritta è composta da un verso del Panzerlied, un canto molto noto tra i soldati della Wehrmacht, nome con cui venivano indicate le forze armate della Germania nazista, a seguito della riforma del 1935. Il verso recita:
“Es braust unser panzer”
che tradottto in italiano significa
“Il nostro carro armato sta ruggendo”.
Come se non bastasse, a corredo del suddetto verso è stata incisa anche una svastica. Qualcuno fra gli utenti della toilette non deve aver particolarmente gradito l’affronto filonazista e ha replicato incidendo sotto il brano tedesco “ma vai a cagare”, mai risposta fu più azzeccata, visto il contesto (un bagno, appunto).
Ma chi ha accesso ai bagni dela Camera e chi potrebbe essere l’autore dell’incisione nazista a Montecitorio? Oltre ai deputati e dipendenti bisogna tener conto che ci sono anche giornalisti e molti visitatori, fra cui diverse scolaresche. Nel frattempo, il presidente della Camera, Roberto Fico, ha predisposto l’immediata rimozione dell’incisione e dell’irriverente risposta. Inoltre, l’amministrazione ha provveduto ad iniziare una verifica, in modo da scoprie chi sia l’autore di quest’ignobile scritta.
Un gesto del genere non va assolutamente sottovalutato, se a compierlo è stato uno dei deputati, viene da chiedersi se fra i neoeletti ci siano dei filonazisti.
Le reazioni all’incisione nazista a Montecitorio
Dal mondo politico sono arrivate dichiarazioni di condanna verso l’incisione nazista a Montecitorio, in particolare quella di Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato al Commercio internazionale e all’Attrazione investimenti – Ministero dello Sviluppo Economico, esponente del Partito Democratico, che sul suo profilo Facebook ha dichiarato:
Succedono cose che a me sembrano di una gravità assoluta, cose che dovrebbero toglierci il sonno, e c’è gente che pensa che il PD in questa situazione dovrebbe accomodarsi a trovare accordi con le destre populiste. Io penso invece che se c’è addirittura qualche collega che usa il chiuso delle latrine (il posto giusto, questo è certo) per sfogare le sue passioni naziste dovremo esserci noi a usare lo spazio pubblico dell’aula per vigilare e denunciare chi osa profanare la Repubblica e le sue istituzioni.
C’è chi chiede perfino che vengano controllate le grafie di tutti i deputati, funzionari e visitatori che hanno avuto accesso ai bagni della Camera nelle ore precedenti la scoperta dell’incisione nazista.
E poi su Twitter c’è chi ironizza, commentando con:
#Fico chiede la rimozione della #Svastica disegnata nella porta del bagno di #Montecitorio : “Presto, chiamate il cancelliere!”
oppure chi fa una riflessione ironica e pungente nei confronti dei neofascisti:
Svastica e verso di inno nazista incisi nel legno della porta del bagno a #Montecitorio. Nonostante lo sgomento va almeno riconosciuto ai fasci il merito di aver capito qual è l’unico posto a cui possono ambire in parlamento: il cesso.
Scherzi a parte, a poco più di una settimana dall’anniversario del 25 aprile con cui si ricordano le vittime della Resistenza e quanti combatterono il nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, leggere simili frasi in un palazzo della Repubblica italiana, nata proprio al termine di quel terribile conflitto, lascia l’amaro in bocca e fa pensare che ci sia bisogno di una nuova Resistenza, per combattere i neofascisti e i neonazisti di oggi. Cosa rimane di tutti quei partigiani morti per la libertà degli italiani? Inutili il giorno della memoria e il giorno del ricordo, se una scritta sulla porta di un cesso basta a riportare in auge gli splendori del Nazismo.
Carmen Morello