Come è fatto?
Ogni singola cella occupa circa 12 metri quadrati ed non ha pareti, ma vetrate così che i prigionieri possano godersi il panorama. Ovviamente, per coloro i quali non vivano dietro le sbarre, ci sono anche degli spazi comuni come divani e tavolini pensati appositamente per la socializzazione e la creazione di una comunità. Infine sono presenti cucine, spazi di lavoro, aule, palestre e una libreria dove potranno lavorare e passare il tempo libero.
Ogni singolo aspetto architettonico è studiato apposta per trasmettere tranquillità ai detenuti. Gli architetti hanno chiesto ad un artista locale di riprodurre le sagome degli animali sulle mure circostanti così da renderle meno minacciose. Se dal cortile non è possibile vedere le bellezze del panorama allora basterà sostare sui piani superiori della struttura e, nelle giornate di sole, sarà possibile ammirare la skyline di Nuuk, la capitale della Groenlandia.
Il progetto prigioni “aperte”
Come già detto in precedenza tramite il penitenziario di Ny Anstalt il governo danese sta sperimentando una nuova filosofia di prigioni “aperte” dove coloro che vi risiedono possono uscire tranquillamente per lavorare o studiare, ovviamente con l’obbligo di ritorno per il pernottamento. Inoltre i secondini non indosseranno armi così che possano creare una relazione umana con i carcerati, essenziale per la loro riabilitazione.
Grazie alla densità di popolazione bassa, pari a 56 mila cittadini, la Groenlandia è il luogo ideale per testare questa nuova idea di penitenziario poichè ha pochi criminali da gestire. Nel 2017 i detenuti ammontavano, infatti, a 119. L’obiettivo di questo innovativo progetto è quello di migliorare le condizioni di vita di coloro che hanno sbagliato e violato la legge. Riusciranno nel loro intento?
Silvia Barbieri