Il colpevole dell’aggressione e della violenza sessuale a Milano è stato finalmente trovato e arrestato. Si tratta di un giovane colombiano di 25 anni, corrispondente alla descrizione fornita dalle vittime ai carabinieri: “È un giovane sudamericano”.
Rapina finita con stupro e pestaggio
L’aggressore è colpevole di violenza sessuale, rapina e pestaggio nei confronti di una coppia di fidanzati che lunedì sera si erano appartati con la propria automobile in via Chopin, una zona periferica di Milano. L’aggressione è avvenuta intorno alle 23: l’uomo ha dapprima minacciato i due poveri malcapitati con un’arma, derubandoli di cellulari e soldi, poi ha stuprato la ragazza e picchiato il ragazzo, fuggendo infine con la loro stessa macchina, una Fiat Punto.
La ragazza, una studentessa di diciannove anni, è stata soccorsa presso l’ospedale Mangiagalli, mentre il suo fidanzato, un ragazzo di 25 anni, è stato curato al Policlinico.
Le due vittime avevano poi denunciato quanto accaduto ai carabinieri, dando una descrizione del colpevole e i militari si erano subito messi alla sua ricerca, chiedendo informazioni ad altri pregiudicati di quella zona. Proprio l’autovettura sottratta ai fidanzati ha condotto al colpevole, i militari lo hanno trovato e fermato la scorsa notte: è un giovane colombiano residente in città. A svolgere le indagini sono stati i carabinieri della compagnia di Monforte.
Violenza sessuale a Milano: una storia che si ripete
Quello avvenuto pochi giorni fa non è di certo il primo caso di violenza sessuale a Milano, ma la cosa più sconvolgente è che proprio in quella stessa zona, alla fine di via Chopin, alcuni anni fa si era già verificato un evento simile. Era la notte del 4 giugno del 2005, un’altra coppia di fidanzati si era appartata con la propria automobile in zona Ripamonti e anche in quel caso c’era stata una rapina con annesso stupro. In quel caso però ad aggredirli non era stata una sola persona, bensì un branco di cinque romeni, tra cui due minorenni. I colpevoli erano poi stati fermati dopo alcune ore dai poliziotti della Squadra mobile.
Carmen Morello