Mario Riccio sognava di diventare un campione del mondo del nuoto
A soli 17 anni Mario Riccio ha smesso di vivere, riempiendo per l’ultima volta d’aria i polmoni e facendo l’ultima bracciata della sua vita
La piscina, il cloro e lo stile libero facevano parte della vita del giovane Mario Riccio, diciassettenne dedito al lavoro per il raggiungimento di un fine. Quale? Quello di diventare un campione affermato nel mondo del nuoto per realizzare il suo sogno e rendere fieri, non solo i suoi genitori e la sua famiglia, ma l’intera nazione.
L’accaduto: la morte inaspettata durante l’allenamento e i vani tentativi di rianimazione
Mario Riccio, classe 2000 nato a Casoria, si allenava nella piscina di Caivano nel napoletano con costanza e dedizione. Due o tre volte a settimana si dedicava allo stile libero in vista di gare e premi importanti. Tesserato per l’Acquachiara, aveva come obbiettivo quello di rientrare nelle qualificazioni per i campionati italiani.
Lo scorso giovedì, 8 marzo, Mario si stava allenando come sempre. Al di là della vasca, lo aspettavano i suoi genitori, dediti a seguire lui e la sorellina, classe 2004, anche lei giovane promessa del nuoto femminile. Un malore ha colto alla sprovvista il giovane e tutti i presenti.
Quando Mario ha smesso di battere i piedi e muovere le braccia è subito intervenuto Tommaso Cerbone, allenatore del ragazzo. Dopo un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, è stata tentata la rianimazione con il defibrillatore ma nulla è bastato a salvargli la vita.
La Procura di Napoli ha posto sotto sequestro il corpo che giace nel Policlinico di Napoli in vista di accertamenti. La FIN, Federazione Italiana Nuoto, piange la scomparsa di una giovane promessa e si aggrega al dolore della famiglia della vittima.
In attesa di aggiornamenti, il mondo del nuoto porta il peso del lutto.