Si può mangiare sano e al contempo stare male? Ebbene, la risposta è sì, e ha anche un nome ben specifico: ortoressia, ovvero l’ossessione per i cibi salutari e/o considerati tali. L’ortoressico è colui che non solo è attentissimo alla sua alimentazione, nutrendosi di alimenti sani, ma ha anche la fobia per tutto ciò che non lo è.
In Italia più di 3 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari, e secondo una recente indagine condotta da Nutrimente – associazione Onlus che si occupa di prevenzione, cura e conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare – circa il 15% sarebbe affetto di ortoressia. A differenza dei più conosciuti disturbi alimentari, nel caso dell’ortoressia l’attenzione non è rivolta al peso corporeo o alla forma fisica, bensì alla necessità di mantenere il proprio corpo puro e sano.
In questo caso i cibi incriminati non sono solo alimenti grassi o comunemente considerati ‘pericolosi’ per la salute, ma anche i semplici condimenti, come l’olio, il sale o lo zucchero bianco, oppure i metodi di cottura. Bersaglio degli ortorettici sono quindi tutti i cibi che vengono considerati contaminati, contenenti additivi dannosi o trattati con antiparassitari. Al concetto di “contaminazione” si contrappone quindi quello di “naturalità”, ovvero gli alimenti ritenuti sani per definizione.
E fin qui tutto bene, anzi, ammirevole e degno di nota, ma i problemi iniziano quando si attuano una serie di comportamenti ossessivo-compulsivi pur di raggiungere il proprio obiettivo.
Come ha spiegato infatti la dott.ssa Sara Bertelli, psichiatra e presidente di Nutrimente:
“In comune con i DCA vi è la ricerca del perfezionismo, il bisogno di controllo, gli esiti sull’organismo e sulle sfere di vita. Un’altra fonte di rischio di questa ossessione è che la conoscenza di questi soggetti spesso non si fonda su una reale competenza riguardo la nutrizione, ma su convinzioni personali, sentito dire, notizie pseudoscientifiche trovate su internet”.
Il test di Bartman
Il termine Ortoressia fu coniato per la prima volta dal dietologo americano Steven Bartman nel 1997, studioso al quale si deve un test per verificare che tipo di rapporto si ha con il cibo e se si soffre di ortoressia:
- Pensate più di 3 ore al giorno?
- Pensate a cosa mangiare il giorno dopo e lo preparate meticolosamente?
- Provate soddisfazione non tanto per il gusto, ma per quello che sapete che il cibo comporta a livello salutare e fisico?
- La vostra vita è di alta qualità solo se lo è il cibo che decidete di ingerire?
- L’ansia nella vostra vita è aumentata da quando avete riflettuto sulla vostra alimentazione?
- Siete diventati più severi con voi stessi nei confronti del vostro comportamento quotidiano e alimentare?
- La vostra autostima aumenta se mangiate sano?
- La prevenzione è il vostro timoniere ogni volta che dovete scegliere cosa mangiare?
- Provate senso di colpa se non mangiate in “modo corretto”?
- Pensate che mangiare bene voglia dire aver un buon autocontrollo?
Risposta positiva a:
3 domande: Normale
4-8 domande: Ortoressia
9-10 domande: Grave Ortoressia.
È evidente come il mangiare sano possa diventare una vera e propria questione morale, soprattutto se si pensa che l’ortorettico, temendo commenti negativi o critiche al suo comportamento, tende a consumare i pasti in solitudine, totalmente appagato dalla sensazione di benessere per aver mangiato sano. Ne consegue che in questo modo anche i rapporti interpersonali sono messi a rischio.