Il terzo ponte più lungo della Danimarca, lo Storstrom Bridge, sarà costruito da italiani. Ma, la strada per l’ottenimento dell’appalto, ha rischiato di interrompersi per via del caso Mose.
La gara d’appalto per lo Storstrom Bridge e il caso Mose
Era il 23 ottobre 2017, quando la Danimarca annunciava la vincita della gara di appalto internazionale, per la costruzione dello Storstrom Bridge. La vittoria, tutta italiana, è rappresentata da “Itinera”, società facente parte del gruppo Gavio, Consorzio Venezia Nuova.
Della vittoria, il popolo danese, non è stato particolarmente contento. Del gruppo, infatti, fanno parte due società che hanno avuto a che fare con il Mose (Modulo sperimentale elettromagnetico).
Il progetto del Mose, sistema di dighe mobili, realizzato per difendere Venezia dall’acqua alta, è stato affidato al Consorzio Venezia Nuova. Il progetto, accompagnato da tangenti e fondi neri, ha portato ad un processo e all’arresto di diverse persone.
Venerdì 15 dicembre 2017, il giornale danese, Fagbladet, ha riportato la notizia del coinvolgimento delle ditte italiane nell’inchiesta Mose. Da qui, il Partito del Popolo danese e i sindacati hanno fatto una forte campagna di opposizione. Quest’ultima ha portato il ministro dei trasporti, Ole Birk Olesen, a posticipare la firma del contratto, prevista per l’ultima settimana di dicembre 2017.
L’epilogo
Le società facenti parte del Consorzio Itinera possono smettere di tremare. L’Avvocato di Stato ha infatti deciso che tutte le regole sono state rispettate. Le aziende italiane, quindi, potevano partecipare all’appalto perché, dal punto di vista legale, non esistono le basi per la loro esclusione.
Salti di gioia per la cordata italiana che ha vinto grazie a un maxi ribasso di 50 milioni di euro. Nel nostro Paese esistono normative antimafia ma non nel Nord Europa dove tutto è basato sulla fiducia. Il sindacato danese commenta la questione così:
Le nostre autorità sono state colte di sorpresa, in quanto la società danese è costruita sulla fiducia, crediamo nel prossimo, che è uno dei motivi per i quali la Danimarca è considerata uno dei paesi più felici del mondo. Ma forse siamo stati un po’ troppo ingenui. Ci sono buchi nella nostra legislazione, per esempio non esiste la certificazione antimafia. Tutto è basato sulla fiducia nel corretto modo di agire da parte delle aziende e nella convinzione che esse non abbiano accuse di corruzione pendenti. In generale la nostra legislazione è impreparata alla corruzione
Il contratto, comunque, è stato firmato e, il Consorzio, realizzerà il nuovo Storstrom Bridge. Il ponte, sostituirà quello vecchio, costruito nel 1937, e collegherà le isole di Zealand e di Falster. Lo stesso sarà lungo 6,5 chilometri e largo 24 metri.
Il terzo ponte più lungo della Danimarca dovrà la sua natalità all’Italia. Purtroppo, però, la notizia non ci rende, ancora una volta, onore. Chissà quanti danesi, passando per il nuovo Storstrom Bridge, ricorderanno che, per la prima volta, la Danimarca bloccò un appalto.
A dispetto di quanto detto dal sindacato danese, la nostra legislazione è (molto) preparata alla corruzione. E, la cattiva reputazione, è un fardello da portare.
Elena Carletti