Una decisione lampo, arrivata subito dopo la clamorosa notizia che le città tedesche possono ricorrere alla misura del divieto di circolazione delle auto a gasolio per migliorare la qualità dell’aria. Una decisione che va contro la costituzione – l’omologazione dei veicoli non riguarda la politica ma i tecnici delle motorizzazioni e quindi dei Ministeri dei Trasporti – ma che per essere approvata è stata sottoposta al giudizio del tribunale amministrativo federale di Lipsia, che ha respinto il ricorso dei Land del Baden-Wuerttemberg e del Nord Reno-Westfalia secondo cui la materia non sarebbe di competenza comunale ma federale.
Di diverso avviso i giudici amministrativi, che con la sentenza pronunciata oggi aprono la strada a restrizioni locali sui motori diesel.
Il tema è infatti caldo perché i vari tipi di motori, (diesel, benzina, elettrici, a metano a Gpl o ad alimentazione ibrida) sono sottoposti ad omologazioni ben precise e quindi poi catalogati secondo determinate normative. L’ultima, l’Euro 6, sancisce il rispetto della legge in fatto di emissioni, ed è rispettata ovviamente sia dai diesel che dei benzina: i sindaci e i comuni che bloccano le vetture a gasolio quindi entrano nel merito tecnico dell’omologazione (e non potrebbero), da qui le polemiche di costituzionalità.
Ma la decisione presa a Lipsia apre scenari mai visti prima e potrebbe avere ripercussioni in tempi brevi in città come Stoccarda e Dusseldorf, le prime dove ci sono a questo punto le condizioni per imporre lo stop ai diesel. E invia allo stesso tempo un segnale molto forte non solo alla Germania e al suo governo ma all’industria automobilistica mondiale, già sotto pressione per lo scandalo delle emissioni truccate.
Il primo sindaco a cavalcare l’onda della decisione tedesca è la Raggi, la quale ha affermato che dal 2024 anche a Roma ci sarà il blocco delle auto diesel in centro.
Un segnale di inversione politica che prende in contropiede molti costruttori, come Mazda e Mercedes, ad esempio che avevano lasciato ancora ampi spazi di sviluppo al diesel pur puntanto ovviamente anche sull’elettrico. Ma un segnale invece previsto da Toyota e FCA che per prime hanno preso le distanze dalla tecnologia dei propulsori a gasolio.
I costruttori sono avvisati. E con loro anche i sindacati perché si stima che questa crociata anti-diesel possa portare un vero e proprio massacro di tagli nelle fabbriche. Volkswagen, la marca che ha annunciato il piano più massiccio di riconversione all’elettrico, ha già annunciato il taglio di 30 mila posti entro il 2025. Ora vediamo cosa faranno le altre marche.
Anna Rahinò