Milano – Centinaia di biciclette rubate sono state rinvenute grazie ad una segnalazione di un istruttore di volo mentre sorvolava in elicottero la periferia nord della metropoli. Sul tetto del capannone dell’ex sede metalmeccanica Trafo, situata in viale Fulvio Testi, all’angolo con via Gorki, ai confini di Sesto San Giovanni, la Polizia Locale ha sequestrato più di 175 veicoli, decine di cerchioni, copertoni, cestini e portapacchi.
Fonte: The Submarine.itL’istruttore di volo, lo scorso giovedì mattina, durante un volo di routine, si è accorto di questa immensa e coloratissima distesa di bici sul tetto del capannone e ha subito allertato i vigili che tempestivamente sono giunti sul posto sequestrando l’intera area. Dalle indagini è emerso che l’edificio venisse utilizzato da una banda locale come deposito della loro refurtiva. Lo stesso proprietario della struttura ha cercato di evitarne l’occupazione mettendo in sicurezza l’area abbattendo le scale. Questo però non è stato un ostacolo per i ladri dal momento che l’ipotesi più accreditata della Polizia prevede l’utilizzo di un sistema di carrucole per il posizionamento delle biciclette sul tetto.
Molto probabilmente questi furti sono opera di una banda specializzata che staziona nel nord di Milano. Essi infatti rubano biciclette per rivenderle successivamente nei vari mercatini a cifre comprese tra i 20 e i 50 euro. Dalla mountain bike più costosa fino alla bicicletta più artigianale, niente è sfuggito dalla mani di questi criminali.
A darne subito la notizia, pubblicando la foto-denuncia, è stata la rivista online “The Submirine” e poi successivamente il profilo Facebook della Polizia milanese ha fornito ulteriori aggiornamenti. Nelle prossime ore, le bici verranno trasferite in un deposito sicuro dove alcuni agenti avranno il compito di identificarle una ad una. Quelle in condizioni ottimali verranno fotografate così da essere postate sulla pagina Bici Rubate. In questo modo, finalmente, i legittimi proprietari potranno riconoscerle e rientrarne nuovamente in possesso.
Silvia Barbieri