Valentina Lijoi ricorda suo cugino Andrea che ha portato in petto per anni il cuore di Nicholas Green, brutalmente ucciso nel 1994
Il cuore di Nicholas Green nel petto Andrea Mongiardo ha smesso di battere esattamente un anno fa, a causa di un linfoma
Valentina Lijoi è una ragazza semplice che ama la sua famiglia. Tutto ciò traspare dalle parole ricche di affetto espresse per ricordare suo cugino, Andrea Mongiardo. Ha spiegato:
Mio papà e la mamma di Andrea sono fratelli, entrambi nati a Sant’Andrea Apostolo Jonio.
La ragazza è iscritta ad A.I.D.O.-Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule e, in continuo contatto con Reginald Green, il papà del piccolo Nicholas, partecipa attivamente alle giornate dedicate alle campagne per la donazione.
Per ricordare Andrea, è opportuno farlo conoscere. Chi era Andrea, Valentina?
Mi è piaciuta molto la descrizione di Andrea, fatta in un articolo precedente, come: “Un ragazzo romano, originario di Sant’Andrea dello Jonio ma con il cuore californiano”. È la sintesi perfetta di Andrea. Ci teneva molto alle sue radici e al paesello giù in Calabria. Proprio dalle radici deriva il suo nome: Andrea! Nostro nonno si chiamava così, per il paese di provenienza. Questa è una foto di Andrea con me e i miei fratelli. Andrea ha la maglia gialla, io ho gli occhiali e la bambola. Andrea era venuto a trovarci di passaggio a Milano. Doveva andare a Bergamo in ospedale, eppure era sempre sorridente e qui sembra proteggere i suoi cugini più piccoli! L’altra foto è del 2011, testimone di nozze al matrimonio di suo fratello. Era emozionatissimo! Sembrava essere un traguardo anche suo!
A questo punto è indispensabile chiedersi perché donare?
Da quando è mancato Andrea, sono in contatto con il Signor Green e partecipo attivamente con A.I.D.O. per portare avanti la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule, offrendo la testimonianza della nostra famiglia. Vorrei mantenere vivo il dibattito, ricordando non solo la scomparsa di Andrea un anno fa, ma puntando sempre più l’attenzione sui quasi 23 anni in più che la Famiglia Green ci ha regalato in compagnia di Andrea! Perché penso sempre ad Andrea con il suo sorriso e penso quindi di riflesso anche a Nicholas.
Dopo il trapianto, ogni singolo giorno di vita di Andrea è stato veramente un dono, sia per lui, sia per i suoi genitori e suo fratello, ma anche per noi cugini e tutta la famiglia nel senso più ampio. Vorrei far riflettere le persone su questo. Una possibilità di trapianto non salva solo il ricevente, in quanto diretto interessato, ma tutta la rete famigliare e le amicizie. È un segno concreto del fatto che qualcosa di positivo esiste, nonostante i drammi ai quali, talvolta, si è chiamati a far fronte. Vorrei per questo appoggiare pubblicamente la campagna del Signor Green per riaprire il dibattito sulla possibilità di far conoscere donatore e ricevente, se entrambe le parti lo desiderassero.
Nel ringraziare apertamente Valentina per la sua disponibilità, è inevitabile ricordare che donare è indispensabile affinché storie come quella di Andrea, non siano straordinarie ma quotidiane.