In piena campagna elettorale le parole diventano sempre più importanti. Non solo quelle delle promesse acchiappa-voti ma anche le dichiarazioni pubbliche fatte in passato tornano sempre attuali. Ed è con delle frasi shock di Gianni Tonelli, che vi vogliamo presentare il candidato capolista del collegio plurinominale di Bologna. Gianni Tonelli è, inoltre, il segretario del Sindacato autonomo della polizia. Allora, le sue parole sui casi Cucchi e Aldrovandi, risulteranno ancora più pesanti come macigni.
Tonelli, Salvini e un’accozzaglia di parole
Gianni Tonelli è il segretario del Sap, uno dei maggiori sindacati di polizia. Su 100.000 poliziotti italiani, 20.000 sono iscritti al Sap. Da un uomo che ricopre tale carica, ci si aspetterebbero parole pensate e studiate, non frasi buttate lì a caso. Nel caso specifico delle frasi shock di Gianni Tonelli, i destinatari sono: la famiglia di Stefano Cucchi, la famiglia di Federico Aldrovandi. Non si è risparmiato neanche nel dire la sua sul massacro del G8 a Genova e si oppone inoltre all’introduzione del reato di tortura in Italia.
Il suo caro amico e spalleggiatore Matteo Salvini, che vediamo candidato capolista al Senato in Calabria, da sempre lo ha difeso. Niente di cui stupirsi quindi se lo vediamo adesso nominato e capolista.
Come lo stesso Gianni Tonelli ha dichiarato ad Affari Italiani:
Non ho cercato io questa candidatura, mi è stata offerta da Matteo Salvini. (Un’offerta che non puoi rrifiutare, ndr) La cosa che mi ha fatto piacere non è tanto la gratificazione a livello personale quanto l’onore che il segretario della Lega ha voluto fare a tutta la comunità delle divise, dimostrando che la vicinanza espressa in questi anni non era solo una cosa formale per andare a caccia di voti. È un segnale che credo i miei colleghi debbano apprezzare perché ci consentirà di tutelare a un livello superiore gli interessi della categoria. (Avete letto bene, interessi della categoria. Agli interessi di noialtri ci penserà qualcun altro, ndr). Se entrerò alla Camera porterò lì dentro la voce degli agenti e contrasterò il partito dell’antipolizia che tanti danni ha fatto a questo Paese.
In questo caso, le regola secondo cui gli opposti si attraggono e i simili si respingono viene meno. I simili sono più che mai attratti. Poveri noi, povera Italia.
Le frasi shock di Gianni Tonelli sul caso Cucchi
Prima che a qualcuno venga in mente di usare la bella matita che danno ai seggi per votare Tonelli e compagni, togliamo un po’ di polvere dall’album dei ricordi e rispolveriamo le sue parole sul caso Cucchi. In occasione dell’assoluzione degli agenti imputati per la morte di Stefano Cucchi, ecco la perla di Tonelli:
Tutti assolti, come è giusto che sia. Esprimo piena soddisfazione per l’assoluzione in appello di tutti gli imputati per la morte di Stefano Cucchi.
Fin qui niente di eclatante, ma adesso arriva il meglio:
In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze.
Per chi non ricordi esattamente perché Stefano Cucchi fu arrestato, ve lo diciamo noi: era in possesso di una modica quantità di “erba”.
Matteo Salvini arriva a dare manforte
Matteo Salvini non ha perso occasione di dire la sua sulla morte di Stefano Cucchi ha seminato un po’ qui un po’ lì, giusto per non perdere voti da nessuna parte:
Mi sembra difficile pensare che in questo, come in altri casi, ci siano stati poliziotti e carabinieri che abbiano pestato Cucchi per il gusto di pestare. Se così fosse, chi l’ha fatto, dovrebbe pagare. Ma bisogna aspettare la sentenza, anche se della giustizia italiana onestamente non ho molta fiducia. Comunque, onore ai carabinieri e alla polizia.
Matteo, Matteo! Che memoria corta che hai. È per acchiappare più voti o sei proprio così? Ti sei dimenticato del G8 di Genova? Chi è stato a perpetuare la mattanza nella scuola Diaz? Matteo, ogni tanto, quando hai tempo, aprilo un quotidiano o un libro di storia. Va bene? Così non ci toccherà neanche più sentire di quanto era bravo LUI che ha introdotto il sistema pensionistico.
“Non si confonda verità con pietismo”
Altre parole Tonelli le ha spese a difesa di Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani. Tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi. Non soltanto li difende a tal punto da scrivere una lettera all’allora Presidente Giorgio Napolitano, ma li applaude anche al congresso del Sap.
La condanna è ingiusta, si tratta di un errore giudiziario. Di fronte al dolore della madre non abbiamo nulla da eccepire ma non possiamo confondere verità con pietismo. Tutti i giorni muoiono giovani sulle strade, ma non diamo certo la colpa alle strade. C’è più di un ragionevole sospetto, le cause della morte di Aldovrandi sono altre. Non è il fermo di polizia la causa.
Cari elettori, care elettrici, che voi siate a Bologna o che vi troviate in Calabria, il prossimo 4 marzo prima di tracciare quella bella X sul foglio, riflettete. E da qui al 4 marzo, informatevi bene.
Lorena Bellano
Solo una precisazione: tutto condivisibile lo spirito dell’articolo, il segretario del SAP è probabilmente un fascista, però mi preme ricordare che qualche volta pure i fascisti hanno ragione (come l’orologio fermo che segna l’ora giusta due volte al giorno), faceva benissimo a rallegrarsi dell’assoluzione degli agenti (di polizia penitenziaria) nel caso Cucchi, perché erano estranei ai fatti. Il pestaggio che ha portato alla morte di Cucchi è stato effettuato dai Carabinieri in caserma, non dagli agenti della penitenziaria nelle celle di sicurezza del tribunale come era stato ipotizzato in prima istanza.
Giusta precisazione Roberto. Ma resta il fatto che Cucchi sia morte nelle mani di chi dovrebbe garantire sicurezza! Non ritengo rientri nella “normalità” morire dopo un arresto. Certo mi risponderai che non è la norma, ma crea comunque un precedente.