Il 24 gennaio a Roma è stata annunciata una grande novità. Franco Bernabè, presidente del consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha preso la decisione di inserire gli “Ecosistemi forestali della Sila” e le “Alpi del Mediterraneo”alla Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco per il 2019. Dunque entrambe sono candidate ad entrare nel Patrimonio UNESCO. Le Alpi del Mediterraneo hanno però una candidatura transnazionale insieme a Francia e Principato di Monaco, poiché si sviluppano anche in altri Paesi. Inoltre la suddetta Commissione ha anche inserito «all’unanimità come candidatura alla lista rappresentativa del Patrimonio Immateriale per il 2019 la Perdonanza celestiniana ed ha iscritto alla lista propositiva italiana del Patrimonio mondiale il sito Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia Romagna».
Il motivo della scelta della Sila
Se qualcuno fra voi si stesse chiedendo come mai la scelta sia ricaduta proprio sulla Sila, eccovelo spiegato: essa «è sede di straordinari processi ecologici che interessano gli ecosistemi delle foreste». L’ambiente costituito dagli ecosistemi forestali della Sila, sede dell’immenso pino laricio di Calabria, ha una rilevanza sia a livello di paesaggio che di studi su flora e fauna, strettamente tipici di questa particolare area. Inoltre il Massiccio della Sila è di grande interesse scientifico: in esso sono presenti importanti processi biologici ed ecologici legati ad ambienti terrestri e acquatici. A causa della sua posizione geografica “strategica” che rende quest’area isolata rispetto alle altre, nel corso delle passate glaciazioni ha ricoperto un ruolo di rifugio per le specie delle foreste europee. Ciò ha poi consentito a tali foreste di continuare a crescere, dopo il ritiro dei ghiacciai.
La peculiarità della Sila
La Commissione ci ha tenuto a sottolineare come la Sila rientri in ben due dei criteri previsti dall’Unesco per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale. Il IX di questi criteri riguarda “la rappresentatività di significativi ininterrotti processi ecologici e biologici nell’evoluzione di ecosistemi terrestri e acquatici e di comunità di piante e animali”. E il criterio X è relativo alla “presenza di importanti habitat naturali per la conservazione della diversità biologica“.
Un periodo fortunato per l’Italia
Dopo aver ammirato le “Meraviglie” della nostra penisola, grazie al fortunato programma di Alberto Angela conclusosi proprio nel giorno dell’annuncio delle nuove candidature per l’UNESCO; abbiamo scoperto che l’Italia ha ben 53 siti iscritti in questa prestigiosa lista. Una cifra non da poco, se si pensa che è il Paese con il numero più alto al mondo di beni riconosciuti dall’UNESCO. Un dato che ci deve rendere orgogliosi e, che dal prossimo anno, comprenderà altre bellezze da tutelare.
Carmen Morello