La qualità della vita è stato il tallone d’Achille dell’Italia che, inesorabilmente, ci ha fatto scendere di parecchi posti in classifica. Lo ha stabilito un rapporto presentato da U.S. News & World Report Best in occasione del World Economic forum.
Primi in classifica
Il bel Paese mantiene la prima posizione in alcuni settori, per via dell’influenza culturale che esercita. Tra questi ci sono il patrimonio culturale e storico e il patrimonio arti e tradizioni. Si classifica abbastanza bene, al secondo posto, anche nella classifica dei paesi da visitare e come “miglior Paese dove viaggiare da soli”.
Ma i primati dell’Italia finiscono qui. Siamo decimi per quanto riguarda la capacità di influenza sulla scena politica. Considerati diciassettesimi nella classifica dei “miglior Paese in cui crescere i figli”, diciannovesimi sulla classifica legata alla “parità di trattamento”. Non siamo nemmeno considerati una potenza mondiale; l’Italia si classifica al diciottesimo posto.
Per quanto riguarda gli affari e il business le cose vanno anche peggio. Ventunesimo posto per “imprenditorialità” e quarantacinquesimi nella lista “apertura al business”.
Qualità della vita: tasto dolente
Ma in Italia si vive bene! Eh no, secondo il rapporto, quando si parla di “qualità della vita”, l’Italia finisce alla ventiduesima posizione. Vincono Paesi come: Canada, Danimarca e Svezia. In questi, infatti:
i cittadini vengono trattati bene, in tutte le fasi della vita
I parametri usati dal rapporto per definire la qualità della vita sono un punto dolente nel bel Paese. Sicurezza del lavoro, qualità nell’istruzione e nelle cure mediche, occupazione, libertà individuale, stabilità politica, sono punti nei quali difettiamo. Non basta un piatto di spaghetti e del buon vino per fare una bella figura nello scenario mondiale. Non è sufficiente nemmeno un clima mite e confortevole. Fattori come la burocrazia, la mancanza di servizi e il lavoro precario passano sopra tutto.
Usciamo dalla top 20 nella lista della “qualità della vita” ma, nella classifica generale, che tiene conto di tutti i parametri, l’Italia è al quindicesimo posto. Questo grazie al percorso storico dell’Italia e al nostro saper essere “alla moda”, tanto da essere considerata influencer.
Speriamo di non dover essere costretti a ringraziare Chiara Ferragni.
Elena Carletti