Ankara. Nel settembre scorso è nata ad Ankara la biblioteca dei libri dimenticati, una squisita prova di sensibilità sociale che ha riportato la sete di conoscenza ai suoi primordiali principi di condivisione e uguaglianza.
In un piccolo quartiere a nord della città turca, fratellanza e comunione diventano tangibili e prendono vita in vecchie sale beffa del tempo avvolte da un meraviglioso profumo di libri.
Una piccola biblioteca, nata in una società votata all’abbandono e all’esausto consumo di oggetti, troppi, di scarso valore e privi di storia e il desiderio comune di dare nuova vita a piccoli frammenti di sogni, propositi e fantasie perché viaggino e non stagnino sepolte dall’irrefrenabile corsa al mero possesso.
L’idea dei netturbini
Un’idea che parte da un gruppo di netturbini, stanchi di consegnare alle discariche enormi quantità di libri abbandonati, che ha trovato grande riscontro nella popolazione locale, la quale ha cominciato a donare insaziabilmente innumerevoli quantità di pagine rilegate dei più svariati argomenti.
Una manifestazione spontanea questa, che ha riempito ben presto gli scaffali di un piccolo ripostiglio, per poi diventare manifestazione simbolica di commovente umanità.
“ Speravo di avere una biblioteca in casa mia, adesso la ritrovo qui” dice Serhat Baytemur, uno dei netturbini ai microfoni della CNN.
La piccola biblioteca dei libri dimenticati si trova ora in un poetico edificio di mattoni, anch’esso portato a nuova vita dopo tanti anni di inutilizzo. “Abbiamo iniziato a discutere dell’idea e quando tutti l’hanno sostenuta abbiamo avviato il progetto” afferma invece Çankaya Alper Taşdelen, sindaco di Ankara, sempre alla CNN.
Una cultura senza distinzioni
Ad oggi sono ben 6000 i volumi che popolano la libreria, tra tomi di saggistica, letteratura, ma anche lingue e narrativa per ragazzi; inizialmente concessi in prestito solo alle famiglie degli impiegati sono ora invece parte integrante di una crescita comunitaria che passa indistintamente per scuole, prigioni e ceti sociali variegati, perché la cultura non sottende a distinzioni ma abbraccia chiunque voglia prendere parte al suo vorticoso universo modellabile.
È questa la strada giusta per oltrepassare quei limiti storici che spietatamente caratterizzano la nostra società. Questo il metodo da seguire per combattere quella coltre di oblio che inesorabilmente avanza. Il tutto nella semplicità di un dito inumidito che sfoglia sottili pagine di carta stampata.
Le sentinelle dei rifiuti
Quello di Ankara non è fortunatamente l’unico esempio al quale ci si può riferire. Anche a Bogotà José Alberto Gutierrez, altrimenti detto “El señor del libro” aveva già aperto con successo le strade al riutilizzo e alla diffusione letteraria. L’Italia non ha perso l’occasione, creando a Torino “Le sentinelle dei rifiuti”.
Si parla di esempi virtuosi che gridano alla salvaguardia dell’essere umano. Invitano a lasciare per qualche minuto la frenesia che continua a soffocarci, per assaporare ancora una volta la parte più spettacolare dell’uomo. La passione.
Monica Bertoldo