Ho sempre mangiato la carne con un pizzico di cattiva coscienza.
Albert Einstein
In alcune discussioni, indipendentemente dall’opinione, l’innalzamento dell’intensità è direttamente proporzionale alla perdita del senso della stessa.
Dichiarazioni di legittime opinioni e libere scelte – che in quanto tali dovrebbero già essere scevre dalla pretesa assoluta di verità – si evolvono in presunzioni poco adatte a trasmettere il vero messaggio di partenza.
Infatti, quasi sempre, tra due estremismi la ragione perde.
Recentemente uno degli argomenti più sensibili, sul quale si scatenano campali e infinite lotte, è stabilire chi tra onnivori, vegani, carnivori, vegetariani, frugivori, crudisti etc. abbia ragione.
A quanto pare ciò che emerge dagli studi più completi e disinteressati, è una verità conosciuta da oltre 2000 anni.
“In medio stat virtus”
E mentre si continua a dissertare su vacche di Goji e noci di vitello, c’è chi si è posto il problema di andare oltre. Neanche il più ipocrita dei carnivori può infatti negare, quanto meno a se stesso, tre fatti sotto gli occhi di tutti.
- Gli animali tutti sono esseri senzienti e in quanto tali soffrono se maltrattati e uccisi;
- Gli allevamenti intensivi danneggiano l’ambiente e depauperano le risorse naturali;
- La riduzione di risorse naturali (in particolare acqua) contribuisce ad aumentare la fame nel mondo.
Partendo da ciò il CEO Ido Savir – coadiuvato da un team di ricercatori – ha fondato Supermeat. Una start-up israeliana che si propone di risolvere in campo alimentare l’eterno dilemma che attanaglia veg e onnivori.
“E’ possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca?”
O per essere più chiari.
- Si può dare agli amanti del sapore della carne un prodotto che non causi sofferenza agli animali?
- Come ottenere un prodotto con lo stesso apporto proteico e nutritivo della carne? Senza per questo ridurre esseri senzienti a parti di una sanguinosa catena di montaggio?
- Possiamo trovare una soluzione al preoccupante peso ambientale causato dagli allevamenti intensivi? (Riducendo del 98% le emissioni di gas serra, del 99% lo sfruttamento del territorio e fino al 96% il consumo di acqua).
- È possibile infine combattere la fame nel mondo ottenendo un prodotto sano e riproducibile in serie a bassi costi? Realizzando azioni concrete e non i soliti stereotipati proclami da Miss.
A quanto pare si. A gennaio, Supermeat – che si finanzia tramite il crowdfunding – ha superato i 3 milioni di dollari raccolti.
Come spiegato a grandi linee in questo simpaticissimo video su Youtube, Supermeat si propone di sconvolgere le nostre convinzioni alimentari, più o meno come Galilei e Copernico fecero con il terrapiattismo.
Com’è possibile produrre carne vera in maniera sintetica?
Le cellule del pollo vengono immerse in una specie di brodo primordiale. Quest’ultimo è arricchito con nutrenti selezionati e controllati in laboratorio. In tal modo si assicura sia il sapore e la consistenza della carne, e anche la significativa riduzione del rischio malattie. Problemi a cui vanno incontro i polli allevati intensivamente. Anche per questo motivo, il settore è stato rinominato “clean meat”.
Non solo Supermeat.
Le motivazioni ecologiche e di mercato – solo in Italia il 7,6% dei consumatori ha rinunciato alla carne (fonte Eurispes) – hanno spinto personalità sensibili ai problemi ambientali a sostenere la causa. Bill Gates e Richard Branson sono tra i finanziatori di Memphis Meats (la cui raccolta fondi viaggia intorno ai 17M di $) che si propone di realizzare polpette di carne in laboratorio.
Insomma il dado – vegetale o di carne a tua discrezione – è tratto.
Presto mangeremo hamburger senza essere additati come assassini insensibili. Finalmente potremo fare una scelta animalista senza dover ascoltare noiosi, ripetitivi e talvolta disinformati luoghi comuni sulle carenze proteiche.
Daniele Fiorenza