Gli insulti razzisti sono una delle cose più bieche del mondo nonostante la continua lotta per l’uguaglianza. A farne le spese è, questa volta, non la persona di colore ma un italiano nella metropolitana londinese.
La scena, ripresa dal compagno di viaggio del malcapitato, ha raggiunto più di un milione di visualizzazioni e, i commenti, non sono mancati.
Il fatto
Tutto nasce da un atteggiamento goliardico da parte della vittima che, insieme ai suoi amici, avrebbe cominciato a scherzare dicendo parolacce. La mancanza di rispetto verbale ha fatto scatenare le ire di un londinese che ha cominciato a prenderlo a parole:
Tornatene nella giungla, tornatene nel tuo fottuto Paese, qui nel mio faccio quello che mi pare.
Sei un c…o di straniero.
Questo è il mio Paese e io posso dire quello che mi pare
La vittima, non risponde agli insulti razzisti del britannico, ma, prima che la situazione degeneri, un altro passeggero lo invita a spostarsi.
Il video su facebook ha raccolto opinioni contrastanti. C’è chi appoggia il britannico e chi, invece, lo cataloga come razzista. Certo è che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sembra aver peggiorato la situazione.
Insulti razziali: qualche precedente
L’italofobia, pregiudizio nei confronti degli italiani, esiste da almeno cento anni. Già nel 1927, durante il processo Sacco e Vanzetti a Boston, era chiaro il pregiudizio nei confronti del popolo italico. In Germania, nel 2008, la pubblicità di una catena di negozi, utilizza, come esempio di truffatore, un uomo con caratteristiche italiane. Indossava infatti una canottiera con il tricolore.
L’episodio di Londra fa discutere, ma non è un caso a sé. Lo scorso anno, ad esempio, dopo una partita di calcio a Londra, fu preso di mira il cronista sportivo David Guetta
David Guetta, c’è un treno per Mauthausen che ti aspetta
Questa volta, gli insulti razziali, arrivano da una ventina di giovani italiani. Il bel Paese, quindi, non ha la coscienza pulita. Un sondaggio della Swg (società volta alle ricerche di mercato), lo aveva dimostrato.
Speriamo che l’episodio della metro a Londra resti isolato, tuttavia sapere che per qualcuno l’Italia è considerata una jungla dovrebbe farci riflettere.
Elena Carletti