Donna Federica e Don Gianluca, storia di corrotti e abbandonati
La politica italiana è una soap opera coi “controcosi”: soldi, trame losche, meschinità di ogni genere, giochi di potere e – a chiudere il torbido cerchio – sentimenti che vanno in frantumi. Amori che si difendono al di là di ogni ragionevole intrallazzo e altri che finiscono nel fotti fotti generale di …. Tempa Rossa (sottotitolo: storie di amori grezzi in barile)
Donna Federica, inclita e affascinante ministra sprovveduta, crede fino alla fine nella buona fede di Don Gianluca, uno spiantato faccendiere improvvisatosi petroliere a Tempa Rossa.
Don Gianluca, tanto ambizioso quanto mediocre – come tutti gli sfruttatori –, non fiuta un affare decente neanche per sbaglio. Già credere fermamente che la Lucania sia il Texas è tutto dire.
Eppure il nostro antieroe ha fatto una fulminante carriera grazie ad interessate e strategiche “liaison”. Prima sposa Valentina, figlia dell’uomo più ricco di Siracusa Giuliano Felice Ricciardi e poi, da vicepresidente dei giovani industriali siciliani. incontra il grande amore … lei, Donna Federica Guidi, figlia del patron di Ducati Energia, Guidalberto. Insomma, Don Gianluca, più che per le donne, ha sempre avuto una smodata e perversa passione per i portafogli dei suoceri.
Ma a Federica questo non importa, lei è innamorata. L’innocente fanciulla – tanto arrivista, rampante e cinica negli affari di famiglia quanto ingenua e credulona nei sentimenti – ha perso la testa per quel giovanotto bello come pianta grassa in una busta della spesa.
Come tutti i grandi amori, quello tra Donna Federica e Don Gianluca è tanto intenso quanto sofferto. Mentre lei fa carriera -anche in politica- lui annaspa e chiede soldi in giro a tutti. Non è facile per i piccioncini: le discussioni e le frizioni si intensificano, ma entrambi credono in quell’amore tormentato: lei ama lui e gli paga i debiti e lui ama lei perché gli paga i debiti. Insomma la relazione costa uno sproposito ma va avanti e nasce anche un figlio.
Solo dopo appena 8 anni (dal 2008 ad oggi) a causa di intercettazioni telefoniche di inquirenti voyeristi che non si fanno mai i cazzi loro, lei scopre d’improvviso che lui la sfruttava come una sguattera del Guatemala, come se quelle Filippine navigassero nell’oro. L’illuminazione della magistratura le ha finalmente aperto gli occhi: così “d’amblé” … da una telefonata all’altra ha finalmente compreso che il crudele e torbido Don Gianluca, quel demonio dalle sinuose fattezze di una poltrona abbandonata in una discarica, non l’amava per la sua fresca e incomparabile bellezza ma per i suoi soldi e per il suo ruolo di ministro.
Grazie giudici di Potenza, grazie per tutto quello che avete fatto per questa povera donna sfruttata e umiliata da un uomo senza scrupoli. Per una volta la vostra insopportabile inclinazione a farvi i fatti degli altri ha salvato una povera innocente da una vita grama e triste, ora potete serenamente chiudere l’inchiesta, tanto non arrivate mai a sentenza.
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fonte foto: Lettera43
Riassunto: novella Marianna de Leyva y Marino 21.secolo concupita dall’Egidio de noantri (cfr A.Manzoni)