Nel 2018 dobbiamo ancora leggere annunci di lavoro, per selezionare un’avvocatessa o praticante, dove tra i requisiti si richiede “bella presenza, essere single”. Tanto da ridurre le competenze, il livello di istruzione raggiunto alla stregua di un accessorio.
Ma si capisce subito che la conoscenza non è di fondamentale importanza per il datore di lavoro visti i frequenti errori di grammatica e battitura presenti all’interno dell’annuncio di lavoro, pubblicato dallo Studio Giannelli: “Richerchiamo giovane avvocatessa o praticante avvocatessa dainserire nella nostra struttura. Offriamo una seria formazione qualificata e, in caso di avvocato un corrispettivo”.
L’annuncio di lavoro, pubblicato sulla pagina “Offerte di lavoro” presente su Bakeca.it, è stato caricato dallo studio legale di Caserta, da un avvocato che è regolarmente iscritto dal marzo 2009 al Foro di Santa Maria Capua Vetere.
Lo studio legale non si dimostra avaro e poco chiaro nell’elencare i requisiti che l’eventuale avvocatessa o praticante devono possedere per conquistare “l’agognato” posto di lavoro. Infatti come non considerare di fondamentale importanza per l’esercizio della professione, la “bella presenza, vestimento elegante consono a professione legale (tailleur, tacchi spillo etc.)”. Quella dovizia di particolari che solo un buon avvocato può notare e a cui deve dare importanza per lavorare al meglio.
Ma lo studio legale non si ferma a evidenziare queste indispensabili qualità e caratteristiche. No, sarebbe stato troppo poco dettagliato. Suggerisce anche lo stato sentimentale, “si privilegian donne single”, che l’eventuale candidata deve avere per poter entrar a far parte della lista delle papabili candidate.
Al di là dell’ironia che serve a stemperare la rabbia crescente che nasce automaticamente, quando si legge un annuncio del genere, è scandaloso che ancora nel 2018 perseveri questo maschilismo misto a superficialità negli ambienti lavorativi, soprattutto in settori come quello della giurisprudenza che dovrebbero mirare a privilegiare le qualità interiori più che esteriori. Non trasformare una concreta possibilità di lavoro in uno strumento per stuzzicare la propria vista o il proprio ego.
Si tratta di un annuncio di lavoro discriminante che proprio perché pubblicato da un avvocato iscritto a un ordine che ha al suo interno il Comitato Pari Opportunità, risulta doppiamente grave. Come evidenzia il Comitato dell’ordine di Santa Maria Capua Vetere nel suo sito: “il Comitato Pari Opportunità ha il compito di favorire l’accesso alla libera professione, alla formazione e alla qualificazione professionale delle donne, nonché rimuovere i comportamenti discriminatori ed ogni altro ostacolo che limiti di fatto l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nella professione forense, valorizzando nel contempo la differenza di genere”.
La stessa discriminazione che lo studio dovrebbe evitare, facendo parte del Comitato, viene doppiamente attuata visto che, nell’annuncio, gli uomini non vengono considerati e si tiene conto di criteri arbitrari per la selezione delle donne. È anche vero che lo studio in questione corre il rischio di vedere le donne impossibilitate a candidarsi, per via dei “rigidi requisiti”, presentare un esposto all’Ordine per richiedere provvedimenti disciplinari.
Ma sicuramente lo studio legale potrà difendersi benissimo, contando sulle loro dipendenti armate di tacchi a spillo e felice “singletudine”.
Dorotea Di Grazia