Sanità e fake news. Sembrerebbe una barzelletta, ma purtroppo non lo è. Ebbene sì, esistono delle notizie false anche sulla salute, sulle malattie e sui rimedi per curarle. Ma il problema è che queste fake news, grazie ad Internet, circolano e si diffondono in breve tempo tra milioni di lettori e, dunque, potenziali pazienti.
Le statistiche
I numeri di questo allarmante fenomeno? Ce li fornisce uno studio del Censis del mese scorso. In un comunicato stampa del 13 dicembre, il prestigioso istituto dichiara che nell’anno passato sono stati 15 milioni gli italiani che hanno consultato il web per curare piccoli disturbi (mal di testa, raffreddore, ecc.). Ben 8,8 milioni di loro hanno trovato come risposte ai loro dubbi delle fake news. “Il medico di medicina generale (53,5%) e il farmacista (32,2%) restano le principali fonti di informazione -scrive l’istituto- decolla il ricorso ai diversi canali web (28,4%). Il 17% degli italiani consulta siti web generici sulla salute, il 6% i siti istituzionali, il 2,4% i social network. In particolare, tra i millennials sale al 36,9% la quota di chi usa autonomamente il web per trovare informazioni su come curare i piccoli disturbi.“
Il “dottor Web”
Sembra dunque che Internet stia sostituendo i dottori. Ma dove sono finiti i cari vecchi medici di famiglia? Erano belli i tempi in cui si andava dal proprio medico di fiducia per spiegargli i malesseri percepiti ed i sintomi avvertiti; nella speranza che ci desse delle risposte esaurienti. A cosa è dovuto questo cambio di rotta nella scelta di consultare un computer, piuttosto che una persona formata e specializzata in materia? Spesso sono i medici stessi a favorire il ricorso a soluzioni alternative, quali la ricerca sul web. Come? Prestando poca attenzione ai pazienti e minimizzando i loro disturbi. Il tutto viene risolto senza prescrivere ulteriori accertamenti e con cure palliative.
La causa di tutto questo è però un’altra. A causa della normativa vigente sulla sanità, i medici non possono più prescrivere analisi ed accertamenti a meno che non ci sia una patologia conclamata. Questo perché se le analisi o gli esami risultassero negativi, spetterebbe poi ai medici pagarli.
Prevenzione e cautela
Dunque, i medici di famiglia hanno le mani legate. Ciò non toglie che ci si possa comunque confrontare con loro o anche con i farmacisti, che sono ugualmente degli esperti del settore. Non bisogna farsi prendere dallo sconforto o dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie, non servirebbe a nulla. Anzi, potrebbe rivelarsi molto pericoloso l’affidarsi ai consigli reperiti su un sito qualsiasi. Come ci si può fidare di qualcuno che non sappiamo neanche se abbia o meno una laurea in medicina? Invece di migliorare la nostra salute, rischiamo seriamente di comprometterla.
Come distinguere le fake news
Non tutti i siti, i forum e i blog contengono notizie false. Tutt’altro, alcuni vengono gestiti, redatti ed aggiornati da istituzioni ufficiali. Si deve infatti tenere conto che una rivista per essere definita scientifica è sottoposta alla peer review, ossia la revisione paritaria. Ciò significa che c’è una commissione o un comitato scientifico che legge, valuta ed approva tutte le proposte di pubblicazione che giungono alla redazione di tale rivista, sito, blog ecc. Sarebbe anche utile cercare di contrastare, ove possibile, la comparsa o la diffusione di fake news. Non è semplice farlo, ma con impegno e strategie adeguate si può agire. Va però tenuto a mente che non basta negare una notizia falsa, bisogna fornire una spiegazione del perché essa lo sia. Altrimenti, la nostra parola vale quanto quella della fake news e gli altri lettori non saprebbero distinguere quale tra le due sia vera.
Una possibile soluzione per la sanità
Come arginare il fenomeno del “dottor web”? La necessità di farmaci è molto elevata. I disturbi più diffusi sono: il mal di schiena (40,2%), raffreddore, tosse, mal di gola e problemi respiratori (36,5%), il mal di testa (25,9%), mal di stomaco, gastrite, problemi digestivi (15,7%), l’influenza (13,9%), i problemi intestinali (13,2%). In totale, 17 milioni di persone dichiarano di essere affetti da tali patologie. Se tutte queste persone andassero in ospedale, il sistema sanitario sarebbe oberato di lavoro ed andrebbe in tilt. L’unica soluzione possibile è l’uso di farmaci da banco, acquistabili in farmacia, parafarmacia e diversi supermercati, senza la ricetta.
Una automedicazione prudente
Questo però non deve dare spazio ad un abuso di farmaci, al primo segnale di febbre o dolore. Ci vuole come sempre prudenza ed oculatezza. Perciò, ben vengano i farmaci da banco, ma dietro consiglio del medico e del farmacista. E ben venga l’auto-informazione tramite fonti autorevoli ed accertate.
Non dimentichiamoci tuttavia dei foglietti illustrativi, troppo spesso lasciati in fondo alle confezioni, senza aver ricevuto una sguardo. Essi contengono tutte le indicazioni necessarie e le linee guida al giusto utilizzo dei farmaci. Confidiamo di più in loro e nei medici, non in notizie di ignoti autori trovate chissà dove.
Carmen Morello