Che cosa è la Revolution? Oggi torniamo indietro nel tempo a circa mezzo secolo fa o giù di lì (anni 1966-1970). Erano sicuramente degli anni di nuove speranze, di ottimismo, di rivoluzione. Quest’ultima parola è quella che esprime in modo più significativo il concetto di quel cambiamento repentino che aveva coinvolto il mondo occidentale a partire dalla metà degli anni Sessanta in poi. “Revolution, musica e ribelli 1966-1970“, questo è il titolo dell’esposizione che esprime molto bene il senso.”Dai Beatles a Woodstock” la mostra sarà visitabile a partire da questo sabato 2 dicembre a Milano all’interno di Fabbrica del Vapore, sita nella via Procaccini 4, fino al 4 aprile 2018, dal prezzo di 14/16 euro.
Da Londra all’Italia
Tale mostra, che prima era stata allestita nel celebre londinese Victoria and Albert Museum, giunge dunque in Italia. È una collaborazione tra il comune di Milano, Fabbrica del Vapore e Avatar- Gruppo MondoMostre Skira, con un unico scopo: coinvolgere le persone nel racconto della rivoluzione e descriverla in maniera dettagliata. L’esposizione segue l’esempio anglosassone e suddivide il percorso in cinque grandi aree tematiche. “Swinging London”, “Musica e controcultura”, “Voci del dissenso”, “Costumi e consumi”, “The Summer of love”. I tre italiani che hanno curato l’esposizione, Clara Tosi Pamphili, Francesco Tomasi e Alberto Tonti, riescono in questo modo a far capire al pubblico il senso di quella rivoluzione. La moda della Londra beatlesiana del 1966; la grande creatività musicale, da Bob Dylan fino al blues e al soul; le proteste che dagli Stati Uniti (il femminismo e la lotta per i diritti degli afroamericani in primis) arrivano fino all’ Europa. E tutto questo coinvolge sia le università sia la società italiana. Ma sottolinea anche le significative rivoluzioni riguardanti la moda ed il costume ed i rapporti nel mondo del lavoro ed in quello della famiglia.
Fonte: Lastampa.it
La musica protagonista
La cosa più importante in “Revolution” è sicuramente la musica. I visitatori potranno infatti ascoltare con delle cuffie messe a disposizione 40 brani a partire da Simon and Garfunkel fino a “Imagine” di John Lennon. Si potranno vedere le copertine dei dischi di vinile originali del conduttore radiofonico britannico John Peel, deceduto nel 2004. Sicuramente protagonisti i Beatles, con dischi molto belli e rappresentativi come ad esempio “Revolver” (1966) e Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967). È proprio a quest’ultimo che viene dedicato uno spazio e si può notare il testo originale scritto con la matita di “Lucy in the sky with diamonds” o anche al vestito color verde chiaro indossato da John Lennon per la copertina di questo disco.
Nell’ultima stanza si possono trovare delle testimonianze molto belle sul festival di tre giorni di Woodstock (15-17 agosto 1969), molto importante perché modificò il concetto di musica dal vivo. In mostra gli abiti indossati da alcuni artisti, come quello di Joe Cocker, e poi la locandina originale e tre chitarre di Jimi Hendrix, anche quella famosa fatta a pezzi nel 1967 al festival di Monterey. Nell’ultima sala infine è presente uno schermo molto grande e travolgente con delle immagini del documentario ufficiale del concerto di Woodstock.
Francesco Demartini