E’ arrivata la scorsa settimana (per la precisione giovedì 23 novembre) la decisione della Chiesa luterana di Svezia di abolire, a far data dal 20 maggio 2018, qualunque parola maschile nel riferirsi a Dio.
Per la Chiesa di Uppsala (così definita dal nome dell’omonima sede, che costituisce anche la quarta città della Svezia per popolazione), dunque, dal giorno di Pentecoste Dio non sarà più “Egli”, “il Signore”, ma diventerà gender- neutral.
Una scelta non di poco rilievo se si tiene conto anche della gran quantità di persone che investe: coi suoi oltre 6 milioni di fedeli (su una popolazione complessiva di circa 10 milioni di abitanti), la Chiesa luterana svedese, infatti, costituisce la prima confessione cristiana nel Paese scandinavo, rappresentando inoltre la Chiesa luterana più grande al mondo.
Peraltro, la comunità di Uppsala aveva già fatto parlare di sé in precedenza, in particolare nel 2009, quando, prima al mondo, aveva sancito la decisione di riconoscere e celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso.
La decisione, giunta nell’ambito di un’assemblea della durata di otto giorni che ha visto coinvolti 251 tra i più importanti esponenti della comunità e che ha riformato, tra le altre cose, diversi aspetti inerenti alla liturgia ed al linguaggio da adottare nel corso delle celebrazioni, è in realtà frutto di una riflessione trentennale della comunità luterana svedese.
Il capo della comunità, Antje Jackelén (una donna sessantaduenne), motiva così la scelta:
Dal punto di vista teologico, ad esempio, sappiamo che Dio va ben oltre qualsiasi determinazione di genere. Dio va al di là del concetto di genere, Dio non è umano“.
La vicenda, tuttavia, ha suscitato scalpore ed ha fatto discutere: c’è chi ha parlato di sottomissione della Chiesa luterana svedese al “gender diktat” oggigiorno imperante; chi, come un docente di teologia della Sweden’s Lund University, Christer Pahlmblad, ha paventato un “danno alla dottrina della Trinità e a tutta la comunità religiosa“, vedendo in questa decisione anche il rischio di incrinare i rapporti tra la comunità luterana svedese e le altre di matrice cristiana.
Lidia Fontanella