Nonostante in alcune culture siano ammesse le nozze con minori, in Italia non è consentito. E per questo commette reato chi convive more uxorio con una ragazzina (in questo caso di quindici anni) anche se consenziente. La Cassazione ha così confermato la condanna ad un anno (con le attenuanti generiche) inflitta dalla corte d’appello di Sassari ad un giovane nomade. I fatti di cui si è discusso sono risalenti al 2012 quando lui, allora 22enne, aveva sposato, secondo le meccaniche dei matrimoni rom, la suddetta ragazza appunto minorenne.
Il legale dell’uomo, dopo la colpevolezza sancita da Tribunale di Sassari e Corte d’appello, aveva presentato poi ricorso in Cassazione. Si sostiene infatti che non ci fosse “alcuna situazione di soggezione”, neanche morale “tra i due fidanzati già convolati a nozze” secondo la loro cultura. In pratica la difesa aveva provato a sostenere che la norma punisce gli atti sessuali consumati in un rapporto iniquo dove la minore viene condizionata dalla supremazia. Non in un’unione stabile.
La vicenda, avvenuta nel campo rom di Piandanna a Sassari, riporta indietro a più di sei anni fa.
Tutto era cominciato con una sorta di “adozione”, da parte del 22enne e con la richiesta della famiglia della sposa bambina di prenderla in affido fino al momento delle nozze.
Il Tribunale dei Minori ha però scoperto che la quindicenne aveva già avuto un aborto, avvertendo così la Magistratura Ordinaria. La ragazza aveva raccontato di abitare con l’imputato nella “roulette del consorte”.
La versione della sorella dell’uomo attesta che i due fossero solo fidanzati e che lei dormisse con le altre donne della famiglia fino al compimento dei 16 anni.
La sentenza
I giudici avevano ritenuto colpevole il marito e lo avevano condannato in primo grado e in appello.
La Cassazione ha poi definitivamente confermato (se mai ce ne fosse stato bisogno) che in Italia il matrimonio con minori, di qualsiasi rito si tratti, è reato. Nonostante la cultura a volte lo consenta.
Stefano J. Bazzoni