Nonostante il vero protagonista del voto ad Ostia sia stato l’astensionismo, Giuliana di Pillo (M5S) è riuscita a spuntarla contro la sua avversaria Monica Picca (centrodestra). Nello specifico, di Pillo ha raggiunto quasi il 60% delle preferenze, un risultato dunque abbastanza soddisfacente. La pensa così Virginia Raggi che con entusiasmo afferma che “i cittadini stanno riconoscendo senza dubbio il grande lavoro che stiamo facendo”. Si può dire che questo sia il cosiddetto “Effetto Raggi” di cui parla il candidato premier del Movimento Luigi di Maio che aggiunge “Oggi i cittadini del decimo municipio di Roma hanno deciso di affidare a Giuliana di Pillo il governo del loro territorio. Sarà un ruolo importante per continuare l’azione di Virginia Raggi, della sua giunta e della sua maggioranza. Il risultato di oggi dimostra che i cittadini non credono più alla propaganda contro le nostre giunte e contro il movimento”
Il primo cittadino e la sua giunta
Giuliana di Pillo ha 55 anni, è diplomata all’Istituto superiore di educazione fisica ed è insegnante di sostegno al Fanelli di Ostia. Secondo i dati di Repubblica, la giunta sarà composta da 15 consiglieri del Movimento. Gli altri nove riservati alle opposizioni così divisi: 2 a Fratelli d’Italia, 2 a Forza Italia, 2 al Pd, uno a Casapound, uno alla lista civica Bozzi presidente e uno a Laboratorio civico X.
L’astensione
È aumentata anche al confronto con il primo turno. Alla prima votazione infatti hanno esercitato il proprio diritto il 36,1% dei cittadini abilitati mentre il dato sul ballottaggio di ieri si attesta al 33,6%. Emblematico il dato che riguarda la sezione 1560 in via Santi Savarino, a Tor de Cenci. Alle 19 avevano votato soltanto due persone.
Le dichiarazioni della sconfitta
Dovrebbero fare pensare alcune dichiarazioni alle quali si è lasciata andare Monica Picca, la candidata sconfitta del centrodestra. Parlando della vittoria della sua avversaria ella ha detto: “All’idroscalo, dove sono rappresentati i voti di Casapound, noi abbiamo perso e loro hanno guadagnato circa mille voti”. Non soltanto dunque non viene affatto preso in considerazione il dato sull’astensionismo ma, al prezzo di gonfiare tale dato, si abbassa ulteriormente la possibilità di tenere un dibattito politico serio, che invogli i cittadini ad esercitare il proprio diritto di voto e ad adempiere al loro dovere civico.
Giorgio Russo