Qualche anno fa era tra i prospetti più promettenti del calcio italiano, oggi invece Mattia Destro sta vivendo un lento declino, che sta facendo venire alla luce dei seri dubbi circa il suo reale valore.
L’attaccante attualmente in forza al Bologna non è ancora andato a segno in questo campionato e nell’ultima uscita dei felsinei all’Olimpico contro la Roma è stato addirittura relegato in panchina (è entrato a cinque minuti dal termine dell’incontro).
Una situazione davvero impronosticabile fino a due anni fa, quando il calciatore fu acquistato proprio dal club capitolino per una cifra di circa dieci milioni di euro. Il tecnico dei rossoblu Roberto Donadoni in questi giorni non ha potuto esimersi dal commentare questa problematica e ha lasciato intendere la sua insoddisfazione: “Deve lavorare su se stesso e creare i presupposti in settimana per farmi vedere che è meglio dei suoi compagni di reparto. In questo momento la competitività gioca a vantaggio dei suoi compagni. Mi auguro torni a darci una mano, è un giocatore con grandi potenzialità”.
Ma le critiche non finiscono qui. Anche Ciccio Graziani intervenuto a Radio Sportiva dopo il match di sabato, ha detto la sua sulla vicenda: “Per quanto mi riguarda Destro è sempre stato sopravvalutato. Non merita di indossare la maglia numero dieci del Bologna visto che l’hanno portata campioni del calibro di Roberto Baggio e Beppe Signori. I tifosi bolognesi sono molto legati a questo numero, Destro non la sta affatto onorando”.
Il feeling tra il bomber di Ascoli e il capoluogo emiliano e non praticamente mai sbocciato (68 presenze e appena 19 reti) e quindi entrambe le parti si stanno guardando intorno in vista del futuro. A gennaio potrebbe concretizzarsi uno scambio con Pazzini del Verona, in modo tale da mettere fine a questa storia decisamente poco felice.
Una vicenda come tante altre dunque, con calciatori sopravvalutati dopo un paio di annate positive. I veri campioni si confermano nel tempo e i dirigenti calcistici dovrebbero iniziare a comprenderlo una volta per tutte.
Antonio Pilato