Via libera alla nuova legge elettorale che passa al Senato con 214 voti favorevoli, 61 contrari e un astenuto. Già nella giornata di ieri erano stati approvati singolarmente i sei articoli della legge. Su cinque di essi era stata posta la questione di fiducia. In relazione ai numeri delle fiducie approvate ieri abbiamo che la prima è passata con 150 sì e 61 no, la seconda con 151 sì e 60 no. Alla terza i voti della maggioranza hanno subito una leggera flessione, 148 sì e 61 no, alla quarta si è risaliti a 150 sì e 60 no. La quinta è stata quella più in pericolo, 145 voti favorevoli e 17 contrari, proprio sull’ultimo articolo da approvare. Si rischiava infatti di non raggiungere il numero legale per la votazione.
L’ultimo passo
Per diventare legge a tutti gli effetti, il Rosatellum bis dovrà essere firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Proprio il presidente ha risposto indirettamente a Di Battista che lo avvertiva sulla firma alla legge. Durante un incontro con gli studenti al Quirinale Mattarella ha dichiarato: “Quando mi arriva qualche provvedimento, una legge del Parlamento o un decreto del Governo, io, anche se non lo condivido appieno, ho il dovere di firmarlo – e aggiunge – devo accantonare le mie convinzioni personali perché devo rispettare quello che dice la Costituzione”.
Il ruolo di Verdini
Grande risentimento hanno suscitato, nello schieramento contrario al provvedimento, l’appoggio di Ala alla legge elettorale e il discorso di Verdini a votazioni concluse. Proprio mentre il senatore teneva il suo discorso, i cinque stelle hanno abbandonato l’aula. Verdini si dice in ogni caso orgoglioso del ruolo giocato dal suo partito e della propria lealtà alla maggioranza: “Siamo stati leali con Letta, con Renzi e anche con Gentiloni. Rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto, il ruolo di supplenza che abbiamo svolto ignorando gli stupidi strali che ci arrivavano quotidianamente“.
Le reazioni
Il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani non nasconde la propria soddisfazione: “Oggi abbiamo evitato che si andasse al voto con i frutti di sentenze della Corte, testi non omogenei tra Camera e Senato, rilanciando con forza il ruolo del Parlamento“. Annuncia battaglia il Movimento 5 Stelle che, dopo la manifestazione tenuta ieri al Pantheon da Beppe Grillo, chiederà un incontro con il Capo dello Stato.
Giorgio Russo