Bad Company. Protocollo Denis Verdini
In questo “eccezionale” paese ogni cosa declina inevitabilmente in scimmiottatura.
Facciamo un piccolo esempio: il garantismo.
Essere garantisti significa costruire democrazia, conquistare senso civico attraverso l’assoluto rispetto dell’altro.
Il garantismo – per chi vuole vivere in un mondo migliore – non è un’opzione ma … un dovere. Ma questo sano principio in Italia è presto diventato un perfetto alibi per nascondere magagne e intrallazzi e, perché no, un ottimo slogan per parar le terga dell’amico, ovvero l’amico degli amici … degli amici.
Verdini non è un caso isolato, è solo l’ennesima violenza perpetrata nei confronti dei sani principi della decenza e della giustizia.
Denis sembra nei guai, ma la sua intricata rete di intrecci e favori è già attiva, ed ha già efficacemente messo all’angolo la maggioranza del partito democratico, col quale governa allegramente.
Infatti Renzi&Co. già sventolano la bandiera del garantismo per il senatore di Ala: “è innocente fino a prova contraria, dobbiamo aspettare, i fatti risalgono ad anni fa”, una solfa che abbiamo sentito per anni a destra nei confronti di Silvio Berlusconi. Chi lo avrebbe detto? E’ proprio vero che tutto il mondo è paese!
Verdini, però, è ancora più bravo di Berlusconi; infatti per esser difeso a spada tratta non ha bisogno neanche di stare al governo. Verdini è talmente bravo che, per essere tutelato dalla maggioranza dem, non ha bisogno neanche di avere la tessera del PD.
A lui basta solo mercanteggiare in voti. A cosa serve stare in maggioranza? Denis fa tanto con poco: al senatorucolo è bastata una minoranza essenziale – e dall’enorme potere ricattatorio – all’interno di un governo che si regge con lo sputo ed il gioco è fatto. E’ un genio o no?
Berlusconi per pararsi il culo è dovuto scendere in campo 22 anni fa, ha speso soldi, fondato partiti, corrotto politici e imprenditori, comprato giornali e giornalisti, ha fatto dichiarare il falso a quasi un intero parlamento su una minorenne marocchina e, nonostante tutto, alla fine è stato condannato, mentre Denis Verdini, quasi a costo zero – da buon parassita che ha preso il meglio del peggior berlusconismo – ottiene gli stessi risultati con uno sforzo minimo. E’ un taoista della corruzione, un parsimonioso certosino dell’intrallazzo, l’imbonitore perfetto per la compravendita a basso costo dell’ attuale mediocrità politica.
Ma tanto di cappello! E’ il dritto italiano per eccellenza: quello che tutti gli intrallazzatori ammirano. Un mirabile esempio per tutti gli aspiranti furbastri, un faro per l’indecenza!
L’unica consolazione – seppur magra – per un personaggio del genere consiste nel fatto che Denis, come Silvio, non ha veri alleati, ma interessati legami, non ha appoggi, ma una fitta rete di favori e contro-favori da osservare e soddisfare. Una ragnatela di intrallazzi tanto fitta quanto labile, pronta a disintegrarsi se, malauguratamente, il soggetto dovesse cadere in disgrazia.
Verdini è il Titanic dell’attuale politica italiana: la nave per eccellenza, ma se, malauguratamente, dovesse scontrarsi con un iceberg, anche i topi saranno pronti ad abbandonarla … e, come ben sappiamo, sul transatlantico Denis di sorci ce ne sono proprio tanti!
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fonte immagine: Infosannio