Un avvocato molto deciso. Che ha il porto d’armi e un’ottima mira. Tanto che, quando ha visto tre ladri che stavano derubando l’abitazione dei genitori a Latina, ha estratto la sua pistola dalla fondina e ha esploso una decina di colpi uccidendo un uomo della banda.
Ora, a seguito di un interrogatorio in Questura che si è protratto a lungo, l’avvocato Francesco Palumbo, 47 anni, è stato rimesso in libertà pur rimanendo al momento indagato con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa.
Durante il pomeriggio di domenica 15 ottobre, è scattato l’allarme inserito dentro l’abitazione dei genitori dell’avvocato, che è collegato al telefonino di quest’ultimo. Palumbo si è subito recato in via Palermo per vedere cosa stesse succedendo.
Una volta giunto nel posto l’avvocato ha visto, a una decina di metri da lui, tre malviventi e uno di loro teneva una mano in tasca come se stesse per afferrare un’arma. La sua versione è la seguente: “Per paura ho sparato una serie di colpi. Due sono andati a segno, hanno toccato il torace di uno dei ladri lasciandolo a terra moribondo”. La vittima si chiama Domenico Bardi, 41enne di Napoli.
Il problema è che i colpi andati a segno pare siano stati sparati mentre la vittima era di spalle e forse stava già scappando come hanno poi fatto i suoi due complici.
Per tale motivo sono ancora in corso le indagini anche perché la polizia, chiamata dai vicini, è arrivata quando tutto era ormai finito e il corpo giaceva senza vita, mentre gli altri due malviventi erano riusciti a fuggire. Ecco il motivo dell’interrogatorio-fiume con il magistrato di turno, Simona Gentile, per tentare di capire se il modo di comportarsi dell’avvocato sia stato per legittima difesa oppure se la sua reazione sia stata esagerata.
In questo secondo caso, sarà fondamentale capire se la vittima fosse già con la schiena girata e stesse solamente cercando di scappare oppure se fosse in una posizione tale da poter ingenerare timore nell’avvocato che si trovava a pochi metri di distanza da lui.
Massimo Mongardi