Delinquenza e criminalità, temi oggi sempre all’ordine del giorno, erano molto sentiti anche nell’antica Roma, e proprio sotto le strade dell’antica città si nascondevano alcuni dei più pericolosi criminali. Le catacombe che formavano una trama di gallerie e grotte assumevano il significato di “casa” per schiavi fuggiti e per tutte le religioni considerate fuorilegge che usavano i labirinti sotterranei come rifugio.
Un tramaglio di gallerie e passaggi, scavate nella roccia sotto Roma, le Catacombe furono create come cimiteri sotterranei da ebrei e primi cristiani tra il 2 ° e il 5 ° secolo a.C.. Di solito, una scala conduceva 10-15 metri sotto la superficie della terra, a quel punto, iniziavano a diramarsi numerose gallerie abbastanza ampie per almeno due persone.
Oscure, umide, traboccanti di parassiti, ratti, scarafaggi e cadaveri degli abitanti precedenti, le Catacombe non erano proprio un posto in cui la gente vorrebbe creare la propria confortevole dimora.
Nel 71 a.C. Roma crocefisse un gladiatore fuggito chiamato Spartaco, secondo molti era il capo di una banda di fuggitivi. Lui e la sua banda avevano causato l’ultima di tre diverse rivolte servili. Questa terza rivolta cominciò a Capua nel 73 a.C., si estese ben presto a tutta la penisola italica costringendo i romani a due anni di feroci combattimenti. Proprio in questo in questo periodo, gli schiavi utilizzarono le Catacombe come un nascondiglio temporaneo in città.
Questi pericolosi personaggi non erano soli, a fargli compagnia nell’oscurità del sottosuolo c’erano i fervidi sostenitori di diversi culti religiosi. Il mondo romano era abituato a imperatori che si sceglievano un dio cui affidare le sorti proprie e, quindi, dell’Impero., ecco perché alcune religioni, come l’ebraismo, il cristianesimo e il Baccanale, seguivano ideologie considerate pericolose.
Ebrei e cristiani furono marchiati come criminali nell’antica Roma proprio perché credevano nell’esistenza di un solo Dio. Nella Repubblica romana, con il suo Pantheon degli Dei, questo era intollerabile e rappresentava una minaccia concreta alla sicurezza nazionale. L’ultimo dittatore di Roma, Giulio Cesare, fu deificato quando morì, il suo erede Augusto ereditò il titolo “Divi Filius” o “figlio di un dio”. L’ebraismo e il cristianesimo minacciavano e contrastavano questo modello basato sulla figura dell’imperatore divino, e così, i loro seguaci furono costretti a cercare riparo nei sotterranei.
Ci sono molte testimonianze sulla vita che queste persone hanno condotto nelle Catacombe. Spesso intagliavano o dipingevano i loro simboli religiosi sulle pareti. Gli ebrei abitualmente dipingevano i loro riti, o la menorah, il candelabro a sette branche spesso usato per rappresentare la loro fede.
I cristiani erano diversi. Sapevano che venivano considerati dei “criminali religiosi” e che erano particolarmente disprezzati, non a caso le guardie romane a volte li perseguitava addirittura fino alle Catacombe. Per questo motivo usavano una serie di segni criptici come il simbolo del Chi Ro, che riportava le prime due lettere della parola greca “Christòs”, colombe e pesci stilizzati, o l’Alfa e l’Omega, che sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, indicano che Cristo è il principio e la fine di tutte le cose, come troviamo citato nell’Apocalisse.
Questa serie di simboli “oscuri” aiutarono altri criminali a orientarsi nelle Catacombe, mostrando loro quale percorso seguire negli oscuri labirinti. Oggi invece, rappresentano un credo e il coraggio di diffondere una fede che premia le sofferenze in futuro giardino utopico caratterizzato dalla presenza di pace e armonia.