Le violenze contro le donne diminuiscono, ma non abbastanza.
Nonostante la percezione generale di violenza e odio verso le donne, dal primo Gennaio al 15 Settembre 2017, il ministero dell’Interno ha registrato 163 violenze sessuali in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Calano anche i femminicidi: le donne uccise l’anno scorso sono state 80, quest’anno sono 59. Il confronto con il 2016 ci dice che i casi di stalking sono scesi del 18,61%, i maltrattamenti del 12,71%, le percosse del 7,81%.
“È fondamentale intervenire subito ed è importantissima la tempestività della denuncia, sia per le indagini sia per aiutare le vittime, anche dal punto di vista psicologico”, così ha affermato Rita Fabbretti, dirigente della Sezione reati contro minori e reati sessuali della questura di Milano al Corriere della Sera.
Ma la questione è molto più complicata. Spesso le donne che alzano la voce sono ritenute inaffidabili e le denunce non vengono prese sul serio, finendo così in polverosi fascicoli d’archivio. Per questo motivo serve un’azione rapida, non solo per cercare di non far diventare la donna vittima della lentezza del processo giudiziario, ma anche per adottare misure preventive e repressive verso il partner, che spesso è autore di violenza.
Oltre al fattore tempo, inteso sia come reazione della vittima sia come capacità di intervento delle forze dell’ordine, la problematica più importante legata alla violenza di genere risulta essere la valutazione del rischio della situazione. Quando agire e come agire?
In realtà la risposta è molto semplice: lo Stato deve intervenire sempre e subito e la vittima deve denunciare l’accaduto il più presto possibile. Ecco perché la Polizia utilizza EVA, un protocollo di archiviazione e schedatura di tutti i reati di genere che aiuta le forza dell’ordine a capire in tempo se procedere con l’arresto o meno.
Questo però non basta, infatti la maggior parte delle violenze avviene all’interno delle mura domestiche o comunque in dinamiche relazionali difficili da controllare.
Ancora oggi esiste un retaggio culturale che insegna a non parlare di tutto ciò, a ritenere il tutto una questione famigliare in cui non intromettersi. È proprio su questo che bisogna lavorare.
Le donne l’hanno capito e dicono basta. È proprio per questo che bisogna denunciare subito e pretendere di essere ascoltate. I panni sporchi non si lavano in famiglia. Si lavano alla luce del sole e lo Stato ha l’obbligo di attuare misure repressive per coloro che violano la libertà della loro partner.
Erika Loss