Da poco abbiamo adagiato una nuova pietra miliare nella storia della connettività umana: oggi gli individui “in linea” rappresentano la maggioranza della popolazione universale. Il passaggio è avvenuto in modo inosservato, ma rappresenta un periodo storico rilevante e non solo per motivi statistici.
Gli utenti internet europei e nordamericani in questo momento costituiscono solo un quarto degli utenti di tutto il mondo. Inoltre, mentre in paesi come il nostro abbiamo quasi raggiunto la massima concentrazione di utenti impelagati nei meandri di Internet, l’Africa, l’Asia e l’America Latina ospitano miliardi di persone che solo nei prossimi anni si ritroveranno connessi col resto del mondo.
Le attività connesse al mondo virtuale non riguardano esclusivamente i paesi più prosperosi dal punto di vista economico, anche se le principali attività di networking continuano a interessare prevalentemente i ricchi paesi occidentali, non a caso, La Francia da sola produce 5.7 volte più GitHub e 3.4 volte più registrazioni di dominio rispetto a tutti i paesi sub-sahariani.
Wikipedia rappresenta uno dei siti web più adoperati al mondo oltre che un’immensa fonte di dati importanti per innumerevoli piattaforme e servizi, ma la maggioranza dei contenuti forniti da Wikipedia su paesi africani è scritta da redattori europei e nord-americani.
Ci sono solo 52.000 articoli all’’interno di Wikipedia bengalese, una lingua parlata da 237 milioni di persone, mentre quella Wikipedia olandese ha quasi 2 milioni di articoli per un paese la cui lingua è parlata da 28 milioni di persone.
Se stai utilizzando Google per cercare informazioni locali in Belgio, Canada o Australia, verrai guidato a contenuti prodotti principalmente in loco. Ma se sei in Sierra Leone, Pakistan o Indonesia, quasi tutto il contenuto è prodotto da paesi stranieri.
Tra stereotipi e discriminazioni, Internet dovrebbe sfidare i pregiudizi del mondo. Infatti, il web potrebbe servire da spazio digitale per riflettere e produrre la ricchezza delle molteplici forme di conoscenza del mondo, attraverso una combinazione di testi, voci e immagini. Tuttavia, tra quasi 7.000 lingue e dialetti, solo il 7% rappresenta materialmente pubblicato. Dobbiamo fare molto di più per presentare virtualmente la conoscenza orale/linguistica del nostro passato e del presente.
Quindi, come facciamo a rendere Internet più simile al mondo in cui viviamo? Ognuno dovrebbe impegnarsi per portare “in linea” informazioni e conoscenze utili a tutti.
Tanto si sta già facendo e tanto dovrà ancora essere fatto, numerosi individui, organizzazioni e campagne lavorano per rendere il web più diversificato possibile. I Wikimakers lavorano quotidianamente per aumentare il numero di biografie delle donne dall’America latina sulla famosa piattaforma in lingua spagnola. Wiki Loves Africa sta ampliando il numero di immagini di alta qualità provenienti da paesi africani e Afrocrowd sta lavorando per creare e migliorare informazioni sulla cultura e la storia nera.
Le connessioni sociali e telematiche cavalcano l’onda di un’evoluzione sostanziale, per questo motivo il processo di sviluppo connettivo dovrebbe interessare qualsiasi utente “medio” che non può rinunciare alla responsabilità di mettere in discussione gli sfondi presentati dai Googles e dai Wikimakers del mondo, e magari anche a cambiarli nel tentativo di creare lo spazio virtuale che vorremmo consultare.