Il triste marchio del terrorismo lascia nuovamente il segno, strappando l’Europa dalla ormai lontana normalità del suo “quieto” vivere. Destinatario di tale nuovo atto di violenza, come in una ruolette nella quale, per uno strano gioco della sorte, gli stessi numeri si ripetono ossessivamente, torna ad essere la Francia.
Infatti, obiettivo dell’ennesimo, vergognoso episodio prodotto dal fodamentalismo religioso è Marsiglia. L’autore materiale dei fatti, tuonando il nome di “Allah u Akbar” (Allah è il più grande), non ha lasciato spazio a dubbi circa la provenienza dell’atto ed ha seminato il panico tra le persone presenti nella stazione Saint-Charles della cittadina francese.
L’episodio, verificatosi intorno alle 14 di oggi, ha visto protagonista un giovane nord africano il quale, lanciandosi violentemente contro i presenti, ha provocato la morte, per accoltellamento, di due donne.
L’intervento dei militari, i soldati dell’operazione anti-terrorismo “Sentinelle“, seppur non abbastanza tempestivo nell’evitare i due decessi, ha comunque consentito fermare il terrorista, il quale è stato ucciso.
Come detto, teatro dell’evento è stata la stazione di Marsiglia, immediatamente evacuata. La società delle ferrovie francesi (Sncf) ha infatti interrotto il traffico, sia in entrata che in uscita, permettendo altresì alla polizia lo svolgimento delle operazioni e dei rilievi necessari ad offrire un quadro ancora più completo dell’accaduto.
I ripetuti episodi che dal 2015 vedono protagonista la Francia, sembrano averla resa terreno fertile e palcoscenico preferito dal terrorismo isalmista, che non smette di provocare sangue e terrore.
Il ministro degli interni francese, Gérard Collomb, ha dichiarato volersi recare immediatamente sul luogo dell’accaduto ed ha pregato i media di non propagare informazioni non attinenti alla realtà dei fatti realmente accaduti.
Le diverse modalità di attacco rendono ormai imprevedibili tali azioni terroristiche provocando da una parte la sensazione che possano verificarsi in qualsiasi luogo e parte del mondo, e dall’altra la lenta, per certi versi paradossale e probabilmente incosciente, idea che siano entrati a far parte della nostra “quotidianità“, accettando si debba convivere con essi.
Turi Ambrogio