Lo sciopero, si sa, è una forma di autotutela che mira a provocare del disagio, ma talvolta sono gli stessi aderenti che così facendo si procurano una situazione sconveniente per se stessi.
È il caso della SDA, il servizio di corriere espresso di proprietà delle Poste Italiane, nonché uno dei servizi più utilizzati in Italia anche dalle aziende di commercio elettronico, come ad esempio Amazon.
La causa portante sembra essere il cambio d’appalto nel magazzino della logistica di Carpiano, un comune in provincia di Milano. Un cambio d’appalto, di norma, dovrebbe prevedere la cosiddetta ‘clausola di protezione’ che assicurerebbe la salvaguardia occupazionale dei lavoratori, se non che per alcune questioni interne ai sindacati, questa garanzia non sembra essere contemplata.
La paura dei lavoratori è dunque che si tratti di un precedente e che in futuro anche per altri magazzini si avrà la libertà indiscriminata di licenziare attraverso il cambio appalto.
Nonostante le ragioni giustificate, ha però dell’incredibile il tempo sconsiderato di durata dello sciopero (più di due settimane), che lo rende controproducente non soltanto per la Sda, ma anche e soprattutto per le aziende con cui collabora.
Notevoli sono i problemi e i ritardi nelle consegne, ma chi ne paga le conseguenze, se non gli utenti che aspettano di ricevere ciò per cui hanno pagato, o tutte le aziende che stanno perdendo soldi e lavoro, oltre all’immagine di affidabilità che si erano conquistate dopo anni? Qualcuno dovrà pur pagare, ma in questo modo si trasforma in una guerra fra poveri, dove le vittime sono del tutto incolpevoli.
Oltre al fatto che, in un mondo del mercato con un’attitudine così concorrenziale, ci si può aspettare che queste agitazioni sindacali, compromettendo la caratteristica efficienza, porteranno senza dubbio ad un rimpiazzo da parte di molte aziende e persone che esigono invece puntualità.
Nonostante tutto, ci auguriamo che la situazione si concluda nel migliore dei modi, senza troppi squilibri o ricadute occupazionali.
Roberta Rosaci
L’articolo va dritto al punto, la durata dello sciopero ha fatto ormai si che molti clienti (anche di grosse dimensioni) di SDA cambiassero bandiera appoggiandosi ai servizi di altri spedizionieri. Inutile, ormai il danno è fatto e lo sciopero è stato portato avanti da un sindacato che onestamente getterei al rogo. Ora SDA dovrà affrontare la ricaduta generata dal malcontento della clientela .. e coloro che scioperavano probabilmente si vedranno licenziati per aver provocato danni a non finire.
La verità è ché si sono sempre arricchiti alle nostre spalle alla sda lavoriamo con mezzi intestati a loro ma tutte le spese carburante assicurazione e guasti sono a nostro carico. Cittanova in busta il bonus non c’è lo danno ferie no malattia no a fine mese si trattengono circa 350euro per pagare i nostri contributi secondo voi è Normale tutto questo.
Se non ti piacevano le condizioni, perché hai accettato di lavorare per questa azienda?
Al massimo prenditela con chi permette alle aziende di applicare tali condizioni.
Facendo cosí si peggiora soltanto il mercato del lavoro per tutti.
Condivido quanto dice Antonello,
esistono molti modi di fare sciopero senza danneggiare i clienti che vi hanno affidato un servizio. Cosi’ facendo invece vi siete tirati addosso l’opinione pubblica e molti vi additano come i responsabili dei tanti disservizi (e dei danni). Se non arriveranno i pacchi che vengono tenuti in ostaggio a Carpiano, ne sarete responsabili e colpevoli, e tutti i principi giusti della vostra lotta, passeranno in secondo ordine.