A proposito dei 2000 voli cancellati dalla Ryanair, leggo su Bloomberg che il Chief Executive Officer della compagnia aerea O’Leary ha dichiarato che dovranno rimborsare 400.000 passeggeri, e che questo costerà 25 milioni di euro.
A naso (solo a naso, eh?) mi sembra che non ci siamo. 25 milioni diviso 400.000 fa 62,5 euro di costo medio di biglietto per passeggero. È vero, ci sono pure i famosi voli a 19 euro (che maledizione non sono mai riuscito a prendere) ma secondo me fra tariffa base, sovrapprezzo per bagagli extra ed eventuali altri servizi aggiuntivi (imbarco prioritario, scelta del posto, albergo, auto a noleggio, snack e bevande a pagamento, i famosi gratta e vinci di bordo eccetera) a me pare che una media di 62,5 euro a passeggero sia pochino.
Ma prendiamo il numero per buono, e perciò prendiamo per buoni i primi 25 milioni di euro.
Tutto qui?
Eh direi di no.
Il fatto è che, come da norme europee (anche se la Ryanair non lo pubblicizza, e la “dimenticanza” mi sembra diffusa anche fra i siti che lavorano con Ryanair, chissà se è un caso) a moltissimi passeggeri tocca non solo il rimborso del biglietto del volo cancellato, ma anche di quello di ritorno (anche se non era stato cancellato dalla compagnia, pur che rimanga non usufruito dal passeggero); e, in più, anche un risarcimento di 250 euro per voli fino a 1500 km, o di 400 euro oltre i 1500 km.
Quest’ultimo non spetta solo al ricorrere di certe condizioni: a) preavviso della cancellazione superiore a 2 settimane, o b) preavviso fra una e due settimane ma con offerta da parte della compagnia di volo alternativo con partenza entro due ore prima dell’orario previsto e arrivo entro quattro ore dopo l’orario previsto per il volo cancellato, oc) nel caso di preavviso inferiore ai sette giorni, offerta di volo alternativo con partenza massimo un’ora prima e arrivo massimo due ore dopo. Quindi ai 62,5 euro a passeggero dobbiamo aggiungere l’importo dei voli di ritorno non usufruiti e un risarcimento “via-di-mezzo” tra 250 e 400 euro. Facciamo un totale medio di 450 euro? Bene. Ma se si moltiplica 450 per 400.000 paseggeri non si arriva a 25 milioni, ma a 180 milioni di euro.
Non è finita.
Secondo la AssoTurista, nelle cui mani ho messo la pratica di rimborso del mio volo Roma Bordeaux cancellato, avrei potuto addirittura comprare un biglietto più caro da un’altra compagnia con ottime possibilità di farmelo rimborsare. Pensate che in questo momento il biglietto di sola andata con Alitalia costa 715 euro…
E infine: gli avvocati di AssoTurista si faranno pagare da Ryanair le spese per l’ottenimento del rimborso (ovviamente in aggiunta al rimborso che gireranno per intero al passeggero).
A quanto ammonteranno le spese legali di tutti i ricorsi non effettuati direttamente dal passeggero, ma avanzati attraverso associazioni specializzate nella protezione dei diritti del passeggero?
Insomma: una bella sberla per la compagnia low cost.
Ma allora davvero la povera Alitalia potrebbe comprare la Ryanair in difficoltà?
Nooo, scherzavo. 180 o 200 milioni di euro sono solo i profitti di un paio di trimestri di attività della Ryanair. Ci vuole ben altro per affondarla.
Certo che se Ryanair cominciasse a infilare stupidaggini come questa una dietro l’altra (dicono che il problema nasca soprattutto dal fatto che non avevano previsto il cumulo di ferie dei piloti, pensa un po’…), potrebbe finire preda di una qualsiasi Cicciobello Airlines.
Il problema è che Alitalia ora come ora è BEN PEGGIO che una qualsiasi Cicciobello airlines.
A parte ciò, Ryanair è PROPRIETARIA di tutti i suoi 300 e passa aeromobili, non come Alitalia, che ne possiederà si e no una ventina, mentre tutti gli altri sono in Leasing. Mi fanno ridere i commentatori che scrivono che le manifestazioni di interesse sono soprattutto per la flotta… Quale flotta??? Alitalia non possiede quasi niente in fatto di aeromobili, visto che sono quasi tutti affittati dalle società di lessors (guarda caso, con sede in Irlanda). Tutto ciò che Alitalia possiede con un qualche valore sono gli slot, i diritti di decollo e atterraggio in alcuni aeroporti importanti, in Italia e nel mondo. Stop. Non c’è nient’altro che valga qualcosa di significativo. Quindi evitiamo di far battute su chi compra cosa.
E soprattutto, prima di andare a fare le pulci agli “avversari” di Alitalia, rendiamoci conto che manco un miracolo potrebbe farla apparire appetibile, se non a qualche speculatore che la comprerebbe solo per farla fallire in favore delle sucitate “Cicciobello Airlines”