Raid israeliano contro base militare siriana.
Damasco riferisce che razzi israeliani hanno colpito la base di Masyaf alle 02.42 di giovedì notte, “partendo dallo spazio aereo del Libano“.
Sana, osservatorio dei diritti umani in Siria, denuncia la morte di 2 soldati dell’esercito siriano; l’accusa di un portavoce della difesa siriana, è che “l’attacco arriva dopo le vittorie contro l’Isis e mostra il sostegno di Israele ai terroristi”.
I caccia ad avere bombardato la base siriana, (città a 47 km in linea d’aria dalla base navale russa di ) erano in 4.
A quanto riferiscono i media israeliani, il sito era in realtà un centro di ricerca di armi chimiche, batteriologiche e nucleari; giustamente attaccato dopo che ” i civili siriani, a più riprese, sono stati colpiti da armi batteriologiche”. Il governo di Gerusalemme, come sempre dopo queste operazioni, rimane in silenzio.
Non è però del tutto attestato che la base fosse un centro di ricerca.
Questa è la prima operazione militare di Israele contro la Siria, dopo il patto di
de-escalation (maggio scorso), accordo visto con favore dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyauh, il quale in prima battuta dichiarava: “Il nostro governo accoglierà con favore un vero cessate il fuoco in Siria, ma questo non deve consentire la presenza dell’Iran e dei suoi mandatari nel territorio siriano in generale”.
Il patto di de-escalation stabiliva un cessate il fuoco in alcune zone della Siria, principalmente per permettere ai convogli umanitari di rifornire i civili.
I ripetuti avvistamenti di militanti di Ezbollah alla base di Masyaf, potrebbero essere la vera causa del bombardamento missilistico.
Israele, lo sappiamo, è molto attenta a questo genere di interferenze, oltre che alla protezione dei propri confini; proprio in questi giorni assistiamo a una massiccia, la più massiccia fino a ora, esercitazione militare dell’esercito israeliano al confine nord con Libano e Siria.
Questi movimenti simulano la riposta a un eventuale attacco da parte di Hezbollah; non riesce dunque difficile immaginare il filo rosso che lega bombardamento ed esercitazione.
Israele non vuole che la Siria abbia contatti con i militanti libanesi e Iran. Non stupisce che Gerusalemme non tolleri queste presenze sul suolo siriano.
L’esercito israeliano ha quindi dato seguito con questo raid, a una precisa volontà politica e a una nuova chiara dimostrazione della precisione e potenza delle proprie forze armate.
Marco Prestipino