Il Ministro dell’Interno Minniti è preoccupato per la tenuta della democrazia in Italia e in parte lo sono anche io.
Come il Profeta evidenziava nell’Antico Testamento: “Opus iustitiae pax” (Is 32,17), affermando che non ci può essere vera pace senza giustizia e oggi aggiungeremmo, che non può esserci una vera pace neanche senza il rispetto dei diritti umani. Esiste, infatti, un legame imprescindibile tra la giustizia e la pace.
Giovanni Paolo II, nel 2004, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, scrisse, tra i vari passaggi di in un suo lungo e articolato messaggio: “è compito dei Governi regolare i flussi migratori nel pieno rispetto della dignità delle persone e dei bisogni delle loro famiglie, tenendo conto delle esigenze delle società che accolgono gli immigrati”.
Ci siamo scordati, in questo passaggio, a tredici anni di distanza, che nella nostra società le esigenze disattese sono divenute troppe e in troppi stanno soffrendo le conseguenze della crisi economica e morale dell’ultimo decennio. I dati li conosciamo: i giovani disoccupati sono il 35,5% e anche se sono aumentate le assunzioni, due giovani su tre hanno contratti a tempo determinato e questo non può che gettare incertezza rispetto al futuro. Non bisogna scordare mai, che in Italia, c’è una generazione falcidiata più delle altre, quella che oggi si concentra principalmente tra i 30 e i 45 anni: mai sostenuti prima, mai sostenuti dopo.
Ritornando al messaggio di Giovanni Paolo II, è facile rendersi conto di come la politica in Italia negli ultimi anni (dovremmo parlare in realtà di tre decenni), si è solo concentrata sul breve, intenta a gareggiare per galleggiare e agendo così, come sarebbe potuta arrivare a tenere conto delle esigenze della società, quando si è presentata ancora l’emergenza dei flussi migratori? Non ci ha proprio pensato e complice la crisi, oggi bisogna fare i conti con un 30% di Italiani, che in un vortice verso il basso, fino a giungere al di sotto della soglia di povertà, se la passano malissimo.
Da questo punto di vista la politica si è dimostrata miope, incapace di prevedere e di gestire le conseguenze dell’impatto sociale generato dagli accordi siglati dal Governo Renzi sull’immigrazione e solo nelle ultime settimane, principalmente grazie al Ministro dell’interno Minniti, il Governo (ora presieduto da Gentiloni), ha cambiato direzione e ha trovato anche la forza e la lucidità di farsi ascoltare dall’Europa. Purtroppo ci siamo svegliati tardi, quando ormai l’esasperazione aveva raggiunto il limite, sospinta dalla irresponsabile campagna d’odio protratta dalla politica degli sciacalli promotori delle false soluzioni, impossibili e pericolose. Una politica sciatta e volgare la loro, finalizzata solo a raccattare voti approfittando della miseria delle persone. Una miseria umana che è conseguenza di politiche fallimentari e ancora più aggravata dalla parallela miseria culturale, che da decenni sta impoverendo il Paese, oramai quasi del tutto sprovvisto anche di veri intellettuali.
A questa degenerazione politica si è aggiunto l’eco di quei disgraziati “giornalisti” alla loro corte, intenti a diffondere paura, allarmismi e dati falsi. Tutti concentrati soprattutto a scatenare la canaglia razzista, che ha iniziato a passare dalle parole ai fatti.
Per quanto a molti dia fastidio che la Chiesa intervenga nel discorso politico, forse sarebbe il caso di starla a sentire ogni tanto, almeno fino a quando l’elettorato cattolico non troverà un necessario partito che sia in grado di rappresentarlo. E in un periodo delicato come questo, aggrapparsi ad alcuni valori cristiani e tradizionali, sarebbe un bene per stemperare l’odio e il razzismo crescenti.
La miopia dei buonisti ora è inammissibile, siano essi in politica, siano essi solo sostenitori. Continuare a non vedere, a non percepire la realtà a non ascoltare le sofferenze di una parte del popolo, ci condannerà tutti ad un nuovo lungo periodo buio.
Non sono d’accordo con chi, come Cacciari, -che stimo molto- o il Ministro Delrio, individua il pericolo di perdere le elezioni se il Governo continuasse ad agire cercando di piegarsi alle richieste della destra e ascoltando il malessere del popolo. Sinceramente credo le elezioni la sinistra le abbia perse in partenza, ma ora il Governo ha il dovere e la responsabilità di agire nell’interesse del Paese, pensando all’oggi e al domani e quindi sì al pugno duro di Minniti e sì ad una Legge di civiltà come lo Ius Soli. Sopratutto sì al fatto di ascoltare anche la parte più in difficoltà del popolo, perché chi non pensa al popolo, perde non solo la bussola e le elezioni, ma anche la dignità. La politica che sa indirizzare, non tradisce e non fa finta di nulla, nasce dal territorio e si muove attraverso la comprensione, pensando alla lunga.
Dopo le elezioni, chi governerà, dovrà agire seguendo il consiglio di Giovanni Paolo II, per altro ripreso dal Vescovo di Bologna Monsignor Zuppi, che non tanto profeticamente ci avverte che entro il 2050, quello che oggi ci pare inaccettabile, sarà la regola.
Attenzione quindi a chi parla di barricate e pedate, perché quando i mondi non comunicano, ignoranza e distanza generano paura e di paura credo ne stiamo già subendo abbastanza.
Da tempo parlo dell’inversione morale del Paese, della caduta dei nostri tradizionali valori cristiani, della negazione della solidarietà, che era stata sempre un nostro fiore all’occhiello, dell’aumento dell’odio nei social (che ora sta arrivando per strada), della necessità di comprendere anche l’avversario politico: quello sano e moderato, non gli estremisti fanatici e pericolosi, che approfittano del diritto di parola e della libertà di espressione, solo per allacciarsi alla catena dell’odio di chi ha più forza politica della loro, nella speranza di esistere, un giorno, istituzionalmente. Con quelli, se diventassero ancora più forti, si rischierebbe di ritrovarsi con il rischio di un colpo di Stato e dopo, una volta al comando, rischieremmo di ritrovarci con un attentato a settimana causato dalla loro politica del disprezzo, della supremazia e dell’odio.
Bisogna finirla con stronzate (scusate il termine), come: “i musulmani sono tutti terroristi, stupratori, assassini e i preti sono tutti pedofili”. Basta! Parliamo di oltre un miliardo di persone e di almeno 4 milioni e mezzo di preti, suore, diaconi, etc…
Allo tesso modo, non si può essere ingenuamente buonisti e fare finta di non vedere quello che andrebbe migliorato e quello che pesa sulla popolazione maggiormente in difficoltà e allora bisogna concentrarsi sul fatto che ci servono meno Leggi , meno burocrazia e una riforma della Giustizia, perché nessuno deve pensare di venire qui, fare ciò che vuole e restare impunito.
“Non ci può essere vera pace senza giustizia” e gli esseri umani hanno il diritto di vivere in pace.
Sempre Giovanni Paolo II, aggiungeva nel suo messaggio:
“Costruire condizioni concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifugiati, significa impegnarsi seriamente a salvaguardare anzitutto il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria. Grazie a un’oculata amministrazione locale e nazionale, a un più equo commercio e a una solidale cooperazione internazionale, ogni Paese deve essere posto in grado di assicurare ai propri abitanti, oltre alla libertà di espressione e di movimento, la possibilità di soddisfare necessità fondamentali quali il cibo, la salute, il lavoro, l’alloggio, l’educazione, la cui frustrazione pone molta gente nella condizione di dover emigrare per forza. Le migrazioni possono infatti agevolare l’incontro e la comprensione tra le civiltà, oltre che fra le persone e le comunità. Questo arricchente dialogo interculturale costituisce, come ho scritto nel Messaggio della giornata mondiale della pace 2001, una “via necessaria per l’edificazione di un mondo riconciliato. […] Se si favorisce un’integrazione graduale fra tutti i migranti, pur nel rispetto della loro identità, salvaguardando al tempo stesso il patrimonio culturale delle popolazioni che li accolgono, si corre meno il rischio che gli immigrati si concentrino formando veri e propri “ghetti”, dove isolarsi dal contesto sociale, finendo a volte per alimentare addirittura il desiderio di conquistare gradualmente il territorio”.
Meditiamo.