Accogliere i migranti ma con dei limiti. Questo è il sunto del discorso dell’Assessore al Turismo, Anthony Barbagallo che punta il dito contro la presenza di richiedenti asilo e rifugiati nelle località turistiche siciliane perché danneggerebbero il turismo. Come afferma l’assessore sul suo profilo Facebook, “non sono razzista e sono per l’accoglienza, ma con alcuni limiti di buon senso. Uno di questi: non distribuire i profughi nei comuni turistici”.
Come esempi vengono citati le sedi del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, distribuite in alcune zone con una forte presenza di turisti: “Non si possono fare Sprar con decine di migranti a Taormina, a Bronte o nel patrimonio Unesco. I migranti vanno distribuiti altrove. Perciò chiedo ai nostri solerti prefetti di esentare dall’obbligo di accoglienza i sindaci dei comuni turistici siciliani”.
Questa “deroga ad hoc” interesserebbe all’incirca un cinquantina di Comuni ovvero tutti i siti dell’Unesco e quelli che spesso vengono scelti come meta da parte dei turisti. Barbagallo lo considera un obiettivo raggiungibile: “Non è difficile, secondo me si può fare. Sin da subito”.
Ma i danni al turismo non provengono solo dai migranti: la presenza dei rifiuti, infatti, sarebbe all’origine di un eventuale calo delle prenotazioni nelle città coinvolte in questo dramma ambientale. Tanto che Barbagallo afferma che: “oltre ai controlli, urge una rivoluzione culturale”.
Quella del 2017 è una delle estati più infuocate, nel vero senso della parola: gli incendi che ormai attanagliano quasi ogni provincia siciliana, hanno ovviamente condizionato alcuni turisti a prenotare le vacanze nell’isola. “Piazza Armerina – ha aggiunto Barbagallo – con tre ordigni bellici esplosi in mezzo a una lingua di fuoco: sembrava la fine del mondo e io mi sono assunto la responsabilità di sospendere uno spettacolo a Morgantina”.
Le dichiarazioni dell’assessore, condivisibili o meno, lanciano un allarme. È necessario sviluppare e concretizzare delle politiche per sostenere il turismo in Sicilia poiché si tratta della risorsa più importante per rilanciare un territorio da decenni poco valorizzato nonostante l’immensa ricchezza culturale.
Dorotea Di Grazia