La Procura di Palermo ha aperto un’indagine importante contro coloro che gestiscono le attività illegali dei parcheggiatori abusivi così da liberare le strade della città siciliana. È importante perché, con il caporalato come ipotesi di reato, per la prima volta si agisce concretamente per contrastare la piaga dei parcheggiatori abusivi.
A rimpolpare questo gruppo di abusivi vi sono gli immigrati bengalesi e africani che molto spesso vengono obbligati a versare i ricavi della giornata ai caporali per ricevere in cambio, al giorno, all’incirca 10 euro. Proprio per questi elementi, il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Andrea Fusco hanno avviato un’indagine per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita, chiedendo ai Carabinieri di approfondire il metodo di gestione dei posteggiatori soprattutto nelle zone di sosta frequentate da molta gente: piazza Marina, lungomare dell’Addaura, via XX Settembre. In queste vie gli immigrati che svolgono il ruolo di posteggiatori, controllano le macchine durante le ore serali e soprattutto la notte.
In cambio, quest’ultimi, praticano delle vere e proprie estorsioni nei confronti dei “clienti”: per tale motivo, sono stati oggetto di arresti e denunce a piede libero. Peccato però che le misure punitive abbiano colpito solo coloro che controllavano le aree di sosta e non chi gestiva l’affare che garantiva guadagni superiori ai 6 mln di euro l’anno.
Misure repressive per contrastare l’aumento dei parcheggiatori abusivi, con Procura e Carabinieri che giocano un ruolo di primo piano, erano già stati avviate durante la primavera quando era stato introdotto il daspo urbano ovvero la misura che prevede l’allontanamento temporaneo dalle zone dove viene commesso il reato. Tanto che durante l’ultimo mese ne sono stati emessi all’incirca una sessantina, firmati dal questore Renato Cortese: i provvedimenti hanno punito i migranti che sono stati costretti ad abbandonare per 48 ore il luogo in cui lavoravano illegalmente e a pagare multe salate.
Però non bastano questi provvedimenti per fermare e ridurre in cenere un sistema che ormai è ben radicato in citta, la stessa Procura ha espresso il proprio malcontento in merito ai provvedimenti posti in essere: “Per ogni parcheggiatore colpito da Daspo, ne arrivano nel giro di mezz’ora altri due nello stesso punto”.
È necessario bilanciare provvedimenti che blocchino sul nascere queste organizzazioni illegali e per risvegliare la coscienza civica del cittadino visto che questi soggetti si appropriano illegalmente di uno spazio pubblico. Segnalare queste attività illecite è il primo passo per riappropriarsi degli spazi, facendoli rinascere e debellando una piaga sociale che svilisce la rinascita culturale della città.
Dorotea Di Grazia