L’anno scorso lo scioglimento di una delle band più importanti del panorama italiano, i Subsonica, aveva lasciato spiazzati sia i fan che i critici musicali. Si tratta di un gruppo che ha alle spalle vent’anni di storia, che più di una volta ha vinto premi come gli “Mtv Europe Music Award” e che ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il loro impegno nel sociale (nel 2008 vinsero il premio Amnesty Italia per il brano “Canenero”).
La motivazione dietro questa pausa, che loro definiscono momentanea, è lasciare spazio ai progetti da solisti e alla sperimentazione musicale. Samuel, infatti, ha pubblicato un cd che ha avuto un notevole successo con due singoli (Vedrai e La statua della mia libertà) che hanno occupato per parecchie settimane le classifiche radiofoniche, e con il primo brano ha partecipato anche all’ultima edizione del Festival di Sanremo.
Un allontanamento, quindi, che non ha scalfito l’amore che prova verso la musica e la parte autoriale, due passioni importanti per Samuel ma non le uniche. Infatti il cantante torinese è anche un appassionato di moda e di moto, quest’ultima ereditata dal padre: “Ho iniziato a guidarle prima ancora di avere la patente: rubavo un Beta cross 125 a mio fratello. Non so se ne è mai accorto. Con il primo tour dei Subsonica siamo stati in giro per 150 concerti in un anno. Non tornavo mai a casa e avevo venduto tutto quello che avevo. Anni dopo, nel 2003, quando ho deciso di riappropriarmi dei miei spazi torinesi ho comprato una Ducati. Poi mi è venuta la passione per le moto d’epoca”.
“Ora che vivo girovagando per l’Italia -aggiunge Romano – come gesto di libertà ho una moto in ogni città. Mi piace perdermi nelle strade provinciali dove vedi un’Italia tagliata fuori da quello che vedi nelle grandi città. A Torino e Roma ho una Bmw, a Palermo una Suzuki, tutte rigorosamente Anni ’80. Come anche la Mini che ho, sempre a Torino”.
Metropoli importanti per Samuel in quanto Torino è la città che gli ha dato i natali e quella riservatezza che ha influito fortemente nel suo modo di confrontarsi con la vita; una “seconda natura” che senza dubbio cozza un po’ col suo lavoro tanto che Romano dichiara: “Cantare è da sempre il mio modo per combattere quell’attitudine e quel Dna. Non riesco a scindere l’uomo dal cantante. Sin da quando ero piccolo la voglia di arrivare al mondo con la voce è stata la mia matrice”.
Roma invece è dove risiede la sua compagna e attrice Isabella Ragonese e, infine, Palermo è il luogo dove ha vissuto la madre del cantante e dove è nata la sua attuale fidanzata. In quest’ultima ha girato il video del suo ultimo brano in circolazione, “La statua della mia libertà” che è contenuto all’interno dell’album “Il codice della bellezza”.
La musica per il cantante torinese ha sempre rappresentato un bisogno fisico e uno strumento per liberarsi da fantasmi, paure o speranze e per “non andare in depressione”. Proprio attraverso questa visione autentica della musica e la capacità di ascoltare, nata soprattutto grazie agli anni condivisi con il gruppo, a un certo punto dell’esperienza con i Subsonica ha capito che era arrivato il momento di mettere in pausa il loro percorso ventennale: “Lavorando in un gruppo devi imparare ad ascoltare. Altrimenti non si arriva a durare 20 anni. La voglia di questo disco solista è nata proprio quando, durante una riunione, uno di noi si è seduto a un altro tavolo. Credo di averla notata solo io questa cosa. Sono cose che capitano, ma mi ha fatto molto male; il confronto verbale non si può annullare. Per me è stato un momento di reset”.
Uno stand by quasi obbligato, che li ha privati dell’airbag emotivo tipico di quelle realtà musicali dove tutto è condiviso, compresi successi, cadute e colpi a vuoto. Ma è proprio privandosi di questa rete di sicurezza che i componenti del gruppo hanno potuto riavvicinarsi a una dimensione meno sicura, tipica degli esordi, quando metti in gioco solo la creatività e il coraggio di sperimentare.
Dorotea Di Grazia