Corteo a Varese per manifestare contro l’assenza del rilascio dei permessi di soggiorno.
Oh guarda, uomini che protestano per dei diritti. Non siamo più abituati e l’italiano razza Leone Da Tastiera si arrabbia. Ovviamente lo fa perché a farlo sono degli immigrati, come se questo fosse un reale problema.
Ieri un centinaio di migranti hanno partecipato a un corteo conclusosi davanti la Prefettura di Varese, dopo aver preso un treno da Busto Arsizio.
Non erano in molti e il loro arrivo era atteso, come aveva detto il prefetto Giorgio Zanzi:
“Ascolteremo le loro ragioni, ma per la cessazione dell’accoglienza si tratta di un provvedimento ineludibile”
Dopo il riconoscimento di profugo o rifugiato, il mancato rilascio del permesso implica l’allontanamento dal centro di accoglienza.
Con il corteo dunque lo scopo era quello di portare avanti una protesta che potesse concretizzarsi con l’incontro tra i migranti e le istituzioni di Varese.
Partiti da Busto Arsizio, il centinaio di persone ha poi lasciato che una piccola delegazione rappresentativa incontrasse il questore.
Una notizia così succulenta non può che aizzare le folle. Da ieri serpeggiano commenti su tutti i social – piazze di battaglia preferito di tutti quegli italiani che hanno perso la connessione con la realtà, ancora convinti che lo straniero sia il nemico -.
Le parole della vergogna
Quello che non è possibile tollerare è come un mucchio di migranti possa protestare. La sola condizione di migrante revoca qualunque diritto umano, così detta la dura legge del razzismo, dell’ignoranza e del populismo social.
Qual è il problema, esattamente? A parte tutti gli stereotipi già discussi e inutili e tutte le bugie già smontate riguardo la tutela, l’accoglienza e la permanenza di un immigrato/profugo/rifugiato – che dovete proprio essere ignoranti per sport per ostinarvi a credervi -, cosa c’è di tanto sbagliato nel organizzare una manifestazione, un corteo, per esprimersi?
Evidentemente gli immigrati non possono. Ecco una delegazione di illustri italioti a spiegare perché:
PRETENDERE, scritto col caps lock. Capite? L’indignazione è talmente tanta che ha bisogno di essere scritta a caratteri cubitali. Per poi esprimere sempre la stessa soluzione: rimpatriarli.
Se solo tutti conoscessero davvero le dinamiche di blocco e passaggio in Italia per un immigrato, forse eviterebbero di sbraitare. Ma anche a suggerigli di approfondire, lo farebbero?
Il Complottista Addita-Lobby-A-Caso è un grande classico, qua in aggiunta
c’è anche l’appellativo “scimmia ammaestrata” che lo rende particolarmente ripugnante. Ma sarà che le scimmie ammaestrate all’ignoranza e all’odio faranno particolarmente schifo…
Ovviamente, ci mancherebbe. Gente a cui non sfugge l’ovvio, neanche quando glielo metti sotto il naso; gente che sa distinguere, che sa pensare. Ovviamente.
Il preferito in assoluto. Sei ospite e hai pure il coraggio di protestare?
Ma qual è il vostro problema?
Ma non lo vedete che il problema non sono loro? Che se non avete il lavoro, la casa, l’acqua, la macchina, la luce non è perché è arrivato adesso il migrante, ma a causa di anni di amministrazione governativa impastata con cemento e corruzione?
Come potete insistere nel pensare che loro non possano nulla, ché non hanno diritto a niente? Che anzi dovrebbero ringraziare, addirittura, se sono qui, perché meriterebbero solo di essere rimpatriati?
L’Italia non fa nulla di più di ciò che non fanno già altri paesi dell’Europa: i centri di accoglienza non li hanno inventati in questi anni di emergenza migranti; soggiornare non è un favore: è doveroso da parte del paese che ospita.
Peraltro le situazioni nei centri di accoglienza sono state già denunciate più e più volte per i problemi riscontrati a seguito di mancanze di fondi, dunque ci sarebbe da approfondire anche in che condizioni si trovino questi centri, dove lavorano gli italiani per mandare avanti tutto.
Basta un episodio come quello di ieri per accendere sempre focolai insensati di odio e idiozia liquida. Se non foste troppo impegnati a digitare frasi sgrammaticate su facebook, anche voi vi alzereste da dove siete e andreste a protestare per tutto ciò che vi manca.
Ma è troppo comodo trovare il nemico e lagnarsi soltanto. La realtà non è questa, cari italiani patriottici. Questo odio immotivato che neanche sapete articolare bene non vi serve, rendetevene conto.
Ogni uomo ha diritto a protestare e a esprimere un dissenso e non è il colore della pelle o la condizione sociale a decretare se si possa o non si possa fare.
Così come guardare la realtà solo tramite la televisione e i social network non è il modo giusto di osservarla. Rendetevene conto: il nemico non è mai colui che viene indicato come tale.
Gea Di Bella