Il corso di aggiornamento on line sulla didattica delle emozioni: riscoprire le competenze emotive a scuola
Un tempo le emozioni si scoprivano tutti i giorni, in una vita più vera, con il tempo più disteso che i bambini trascorrevano di più a casa, con i genitori, con i nonni.
Riscoprire l’importanza delle emozioni
Oggi la vita è più frenetica e tecnologica, c’è sempre meno tempo di stare con i figli, i quali avrebbero bisogno della presenza dei genitori, che però, troppo spesso, sono assorbiti dal lavoro e non costituiscono più un punto fermo per loro.
In una società dove gli scenari cambiano in continuazione, non c’è più posto per le emozioni, non c’è più tempo per ascoltarle e per ascoltare i nostri bambini e i nostri ragazzi. Il negare le emozioni, lo schiacciarle addirittura, si trasforma in un grido di dolore inascoltato che spesso sfocia in devianze come alcool, droga, bullismo.
Restituiamo la voce alle emozioni
I bambini e i preadolescenti non sanno identificare le emozioni, e non avendo, purtroppo spesso, alle spalle un ambiente familiare che agisca da forte contenimento del disagio, o come riserva di sentimenti positivi da cui attingere quando si è immersi nell’aridità di un sistema che non incentiva i valori e l’affettività, la scuola si inventa delle risorse che scaturiscono da studi psicologici approfonditi.
A lezione di emozioni
Ora si può insegnare ad essere emotivi nel modo giusto, non schiacciando le proprie emozioni, ma trasformandole in risorse. È quello che fa la docente Maria Grazia Mari, che ha strutturato un corso di didattica delle emozioni on line.
Il corso è rivolto ad insegnanti dalla scuola dell’infanzia alla scuola media, con delle unità didattiche da svolgere in classe, molto mirate in base all’età degli alunni, presentate in modo molto preciso ed ordinato. È una riscoperta del sé emotivo molto valida e che trova diverse applicazioni pratiche.
Per fare qualche esempio, nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo delle elementari, le emozioni diventano personaggi, spesso trasformati in marionette, burattini e vengono rappresentate in modi diversi. E con questo metodo ludico, divertente, le emozioni emergono in maniera distesa e serena.
Con i ragazzini più grandi i metodi sono ovviamente diversi. Ad esempio si costruisce una cassetta delle emozioni, una sorta di buca delle lettere, dove gli alunni imbucano i loro biglietti, dove, in forma anonima, hanno scritto come si sentono. Poi se ne parla insieme serenamente. Si organizzano conferenze, rappresentazioni sugli argomenti che stanno loro a cuore.
Spesso vengono invitati o coinvolti genitori, educatori, ecc. e così si crea un clima di collaborazione molto importante, e anche un indispensabile punto di incontro tra agenzie educative.
È un metodo che ha dato dei risultati inequivocabili, infatti si è potuto constatare con dati di fatto: gli alunni che sono stati coinvolti hanno migliorato la stima di sé, i rapporti con i compagni e gli insegnanti e il loro atteggiamento nei confronti della scuola. Di riflesso c’è stato anche un miglioramento nel profitto.
Il corso è stato molto motivante per gli insegnanti che si sono iscritti, e tra l’altro è stato messo a loro disposizione un forum in cui poter intervenire per fare domande, confrontarsi, scambiare idee e raccontare le proprie esperienze in questo campo. Il corso risulta anche molto piacevole, seppure a livello avanzato, dalle tematiche complesse. Ma, come già detto, è utilissimo perché presenta vere applicazioni pratiche, e si spera che venga esteso a tutte le classi. Corsi del genere dovrebbero essere organizzati più spesso.
Infatti non solo costituisce un antidoto al disagio, al bullismo, alla dispersione scolastica, ma anche una via d’uscita e un’ancora di salvezza per molti bambini e ragazzi.
Cecilia Piras