Il cervello femminile continua a lavorare normalmente durante i fatidici 5 giorni del ciclo.
Ad affermarlo uno studio della Medical School Hannover in Germania pubblicato sulla rivista Frontiers. Gli studiosi hanno tenuto sotto osservazione un’ottantina di donne dai 18 ai 40 anni per due cicli mestruali consecutivi. Vi sono alcune eccezioni ma in linea di massima la performance femminile non viene disturbata dal ciclo.
L’autrice dello studio, Brigitte Leeners, ha così potuto rilasciare una dichiarazione nella quale ha affermato che le prestazioni cognitive delle donne non peggiorano con l’arrivo dei cambiamenti ormonali.
Anche se ci possono essere individualmente delle eccezioni le prestazioni cognitive delle donne non vengono generalmente disturbate dai cambiamenti ormonali che si verificano con il ciclo mestruale
L’importanza di questo studio fa cadere un mito. Infatti per molto tempo si è ritenuto che le capacità cerebrali delle donne calassero durante le mestruazioni. Che le donne fossero cioè meno in grado di tenere alta la concentrazione durante questa fase. Probabilmente qualsiasi donna nella realtà della sua vita quotidiana è senza alcun dubbio in grado di affermare di sentirsi più fragile durante i fatidici cinque giorni del ciclo, di fare molta più fatica a ricordare e a far lavorare il cervello nel giusto modo. Le conseguenze possono portare a un calo di concentrazione sul lavoro e negli affari domestici.
Gli inglesi lo chiamano “period brain” ma col tempo ha assunto più i contorni di una leggenda metropolitana capace di diffondersi fra le donne. Un’ipotesi, che non supportata da evidenti prove scientifiche, ha sempre fatto ritenere che le performance dell’attenzione e della memoria venissero alterate in conseguenza ai cambiamenti ormonali del ciclo.
E, in effetti, basterebbe chiedere a qualsiasi uomo se, durante un periodo di appannamento della propria donna, non gli sia mai capitato di domandarle se avesse il ciclo. Ma l’indagine pubblicata sulla rivista Frontiers, e condotta con sapienza dal team della dottoressa Leeners, getta nuove luce su questa storia. D’altronde lo studio è stato molto scrupoloso essendosi basato sull’osservazione di un numero molto cospicuo di donne testate per ben 2 cicli mestruali, durante i quali sono state sottoposte a 3 test riguardanti la memoria di lavoro, i pregiudizi cognitivi e la capacità di prestare attenzione a due cose alla volta. Alla fine è stato dimostrato che i livelli di estrogeni, progesterone e testosterone, che cambiano con l’alternarsi del ciclo, non incidono sulle performance cognitive generali.
Alcuni ormoni sono risultati associati a modifiche della prestazione in un ciclo, ma l’effetto non si è ripetuto nel successivo. Nessuno ha una ripercussione consistente o replicabile sulle capacità cognitive
I motivi che hanno indotto la ricercatrice ad effettuare tale studio riguardano proprio il falso mito che il ciclo influenzi le performance ed il benessere delle donne. Il suo intento, che per il momento grazie ai suoi studi sembra essere stato raggiunto, è quello di cambiare l’opinione pubblica sul ciclo.
Salvatore Rizzo