Nuovo capitolo della polemica fra Unesco e Israele sui siti patrimonio dell’umanità. A far discutere stavolta è una risoluzione sulla città di Hebron, in Cisgiordania. Da ieri la Città Vecchia e la Tomba dei Patriarchi sono siti patrimonio dell’umanità appartenenti alla Palestina.
La decisione Unesco: i siti sono ‘’in pericolo’’
Nella mattinata di venerdì il Comitato esecutivo dell’Unesco si è riunito a Cracovia per decidere sulla Risoluzione presentata dai palestinesi. La richiesta riguardava l’inserimento della Città Vecchia di Hebron (con la Tomba dei Patriarchi) fra i siti patrimonio dell’umanità di appartenenza palestinese. 12 membri si sono espressi a favore, 3 contro, 6 si sono astenuti. Sulla base della decisione, la Città Vecchia e la Tomba diventano siti «palestinesi» e «in pericolo».
La risoluzione è stata resa in tempi brevi proprio sulla base del supposto pericolo che l’area correrebbe all’avviso dei palestinesi. Quest’ultimi accusano Israele di un allarmante numero di violazioni sul luogo, inclusi atti di vandalismo e danni alle proprietà. La scelta dell’organizzazione di inserire Hebron nella lista dei siti ‘’in pericolo’’ condurrà all’allocazione immediata di fondi da parte del World Heritage Fund. L’Unesco sarà inoltre tenuta a valutare annualmente la situazione nella città vecchia, dove poche centinaia di Ebrei vivono a stretto contatto con oltre 200.000 palestinesi.
https://twitter.com/UNESCO/status/883260287641681921
Lo sdegno di Israele
La decisione dell’Unesco ha provocato lo sdegno da parte israeliana. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato di una decisione ”surreale”: «Questa volta hanno deciso che la Tomba dei Patriarchi ad Hebron è un sito palestinese e non ebraico e che è in pericolo». «Non un sito ebraico? Chi è sepolto lì? Abramo, Isacco e Giacobbe, Sarah, Rachele e Lea: i nostri padri e le nostre madri!». Gli ha fatto eco il portavoce del ministero degli Estero Emmanuel Nashon, secondo il quale l’Unesco promuoverebbe una fake history, dato che la storia del popolo ebreo in Israele avrebbe avuto origine proprio ad Hebron.
https://twitter.com/EmmanuelNahshon/status/883265940137410560
L’antica città di Hebron
Hebron è riconosciuta come una delle città più antiche al mondo, con origini risalenti all’eta del Rame, prima del 3000 a.c. Conquistata in vari tempi da Romani, Ebrei, Crociati e Mamelucchi, la Città vecchia ospita una grotta di sepoltura rivendicata sia dagli israeliani che dai palestinesi. Questa è riconosciuta dai musulmani come la moschea di Abramo e dagli ebrei come la Tomba dei Patriarchi. La zona è venerata da entrambe le religioni, poiché riconosciuta come luogo di sepoltura del patriarca biblico Abramo, del figlio Isacco, del nipote Giacobbe e delle rispettive mogli.
Questo luogo è uno dei più significativi del conflitto fra Israele e Palestina. Nel 1994 nei pressi della grotta avvenne il massacro di Hebron, una strage commessa dal fondamentalista Baruch Goldstein. L’ebreo penetrò nella moschea in uniforme evitando i controlli militari e uccise a colpi di mitragliatore decine di musulmani raccolti in preghiera nella moschea, venendo poi linciato dai palestinesi sopravvissuti. Al termine della giornata si contarono 60 morti, di cui 29 nel luogo di culto. Fu dopo l’accaduto che la città venne divisa in due settori sulla base del Protocollo di Hebron: Hebron 2 (circa il 20% del territorio) sotto il controllo degli israeliani ed Hebron 1, affidata al controllo dell’Autorità Palestinese. Ad oggi i civili israeliani possono accedere al 4% del territorio cittadino, mentre i palestinesi devono sottostare a rigidi controlli e permessi per poter andare nelle zone rimaste sotto l’autorità israeliana.
Si riapre una ferita aperta: la questione di Gerusalemme
La risoluzione riapre una ferita già aperta fra Unesco e Israele. Fra ottobre e maggio sono infatti state approvate due risoluzioni che negano i legami millenari fra ebraismo e Gerusalemme. Ad ottobre l’Unesco ha adottato una risoluzione su Gerusalemme est che negava il legame millenario degli ebrei con la Città vecchia. In quella zona sorge il Muro del pianto, il luogo più sacro per gli ebrei di tutto il mondo
A maggio la situazione si è ulteriormente complicata. L’Unesco ha infatti condannato il ruolo di Israele a Gerusalemme come ‘’potenza occupante’’. Il comitato esecutivo ha approvato la risoluzione sulla ‘’Palestina occupata’’ presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan con 20 voti a favore, 10 contrari e 23 astensioni. Il testo afferma l’importanza di Gerusalemme per le tre religioni monoteiste e non cita i luoghi santi, evitando di nominarli con il nome musulmano, come accaduto ad ottobre. Tuttavia il contenuto della risoluzione prevede che ogni decisione della ‘’potenza occupante’’ israeliana sull’intera Gerusalemme (e non più solo sulla zona est) sia priva di valore, mettendo in dubbio l’autorità del governo Netanyahu IV sulla città.
Fabio Ravera